Tassa sui rifiuti, nessun aumento. Ma c'è il rischio di un conguaglio nel 2022

Tassa sui rifiuti, nessun aumento. Ma c'è il rischio di un conguaglio nel 2022
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Giovedì 17 Giugno 2021, 05:00

Nessun aumento della Tari per il 2021. Ma non è escluso che nel 2022 i brindisini non debbano pagare un conguaglio rispetto all’anno in corso. Cosa che invece, nonostante i timori, non accadrà per quanto riguarda la tassa sui rifiuti del 2020, il cui pagamento è quindi ufficialmente chiuso. Sono in fase di predisposizione da parte dell’amministrazione comunale tutti i documenti e gli atti per la Tari di quest’anno. Che, come ribadisce il sindaco Riccardo Rossi, sarà identica a quella dell’anno scorso.

Il piano finanziario

Nell’ambito di questo iter, tuttavia, è emersa una discrepanza di non poco conto. Ecotecnica, il gestore del servizio di igiene urbana e raccolta rifiuti, ha infatti presentato un piano finanziario per la copertura dei costi del servizio nettamente più alto rispetto a quanto previsto dal contratto attualmente in essere tra Comune e azienda. Da un lato, infatti, tra servizio “base”, raccolte straordinarie di indifferenziato proveniente da abbandono rifiuti e ritiro ingombranti, il costo annuo dovrebbe aggirarsi intorno ai 17 milioni di euro. E tuttavia, Ecotecnica qualche settimana fa ha presentato un piano di poco inferiore ai 19 milioni, vale a dire quasi 2 milioni di euro più “caro” rispetto al dovuto. A prendere atto di quanto accaduto è stata la giunta municipale con apposita delibera. All’interno della quale si legge tra le altre cose che «è pervenuto dall’attuale gestore del servizio di igiene Urbana, il piano economico finanziario 2021, che quantifica in 18.974.965 euro i costi previsti per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti urbani, importo non allineato al dato contrattuale». Una criticità confermata poche righe più in basso, nella parte dispositiva della delibera, nella quale si ribadisce che il cosiddetto “Pef grezzo gestore” non sarebbe «in linea con i costi del servizio per come si configurano in ragione dell’importo del canone annuale e di quelli riferibili agli affidamenti aggiuntivi, che si attestano, diversamente da quanto dichiarato dalla stessa società, ad un importo di circa 17 milioni di euro».

La posizione dell'amministrazione

«Abbiamo segnalato - spiega il sindaco - che la somma prevista dal contratto è di poco superiore ai 16 milioni, ai quali aggiungiamo alcuni servizi aggiuntivi come il recupero dei rifiuti abbandonati e la raccolta degli ingombranti, per un costo totale di 17 milioni. E in delibera abbiamo ricordato che questo è il costo iscritto a bilancio. Per questo devo dire che non sappiamo davvero da dove arrivi quel numero (19 milioni, ndr). E così abbiamo riportato in delibera il valore iscritto a bilancio». Assodato questo, prosegue Rossi, il prossimo passaggio sarà la determinazione delle tariffe. «Approveremo una delibera - annuncia il sindaco - con la quale manterremo le tariffe Tari invariate rispetto a quelle dello scorso anno. Salvo poi verificare la necessità di un conguaglio nel 2022».

Questo significa, in buona sostanza, che l’anno prossimo i brindisini potrebbero essere chiamati a coprire la differenza tra il costo del servizio di igiene urbana ed il gettito effettivo della Tari, che per legge deve coprire tutti i costi. Lo stesso rischio che, per la verità, c’era anche per quest’anno rispetto alla tassa sui rifiuti del 2020. Un rischio denunciato più volte anche dall’opposizione ma che alla fine, fortunatamente per i brindisini, non si è concretizzato. Come del resto confermato dallo stesso primo cittadino: «Non ci sarà nessun conguaglio per il 2020».

Il dato della differenziata

Infine, il sindaco riferisce che la percentuale della raccolta differenziata, considerata anche la zona industriale, si attesta intorno al 56-57 per cento. «Ma - aggiunge spiegando la mancanza dei dati brindisini sul portale dell’osservatorio regionale - il metodo di raccolta da parte della Regione è un po’ diverso e non conteggia la zona industriale, fermandosi quindi più o meno al 50 per cento».

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