Vertenza Stef Italia, l'allarme: rischio licenziamento per dodici dipendenti

la sede dell'azienda
la sede dell'azienda
di Antonio SOLAZZO
3 Minuti di Lettura
Giovedì 13 Gennaio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 13:38

La Filt-Cgil alza il livello di attenzione sulla situazione legata alla piattaforma logistica ex Ferrero della provincia di Brindisi per difendere il posto di lavoro di dodici dipendenti. L’origine dei problemi per i lavoratori della sede brindisina risale a sei anni fa, quando la multinazionale Ferrero ha deciso di liberarsi di quattro depositi (a Pisa, San Benedetto del Tronto, Lamezia Terme e Mesagne) e di affidarli a Stef Italia Spa, con importi notevoli, per fare la logistica. Questo ha portato tutti i dipendenti Ferrero a transitare verso Stef con garanzie sull’impiego occupazionale e sui livelli economici per sei anni.

Il nodo Brindisi

Il primo aprile 2022 la situazione rischia di cambiare in modo quasi drammatico per dodici dipendenti del deposito di Mesagne perché la data sancisce la scadenza del periodo prestabilito: mentre in questo periodo le altre tre città coinvolte hanno ricevuto una proroga, per la provincia di Brindisi non ci sono novità e i lavoratori non hanno nessuna certezza sul loro futuro. Dopo vent’anni, dunque, Ferrero rischia di andare via da Mesagne con conseguenze assolutamente negative per l’intero territorio che, in una grave situazione di crisi, teme di perdere altri posti di lavoro peggiorando ulteriormente un bilancio già negativo.

L'allarme della Cgil

«Siamo di fronte a una storia molto triste, una situazione grave soprattutto per una multinazionale del calibro di Ferrero: non si possono lasciare dodici persone a casa senza pensare alle pesanti ripercussioni per tutte le loro famiglie», spiega Gianfranco Argese, segretario generale della Filt-Cgil Brindisi. «Questi dipendenti da mesi non hanno certezze, non hanno garanzie e questo rende la loro condizione ancora più delicata e preoccupante». Sono vani, al momento, tutti gli appelli e i tentativi di chiarezza che il sindacato sta lanciando nella speranza di stabilità occupazionale: «Sindacalmente stiamo facendo di tutto, stiamo facendo pressione sia nei confronti di Ferrero che di Stef Italia Spa per provare a trovare una soluzione, anche mantenendo il tutto così com’è oggi. Abbiamo mandato anche una nota al presidente della Regione Emiliano che è molto attento a questo genere di contesti. Noi sappiamo che i lavoratori ci tengono moltissimo, sono cresciuti con questa azienda e sperano di mantenere le stesse condizioni che hanno oggi, scacciando l’incubo di vivere senza sapere quando riceveranno la loro mensilità. Non vogliono essere sballottolati da una parte all’altra». I dipendenti hanno messo in atto uno sciopero il 23 dicembre, a ridosso del periodo natalizio per far sentire più forte la loro voce, ma al momento non sembra abbia portato i risultati sperati. «Questa è sicuramente di una sconfitta per Brindisi e per tutto il territorio brindisino: stiamo pagando un prezzo altissimo dal punto di vista occupazionale, come per Cerano, per il petrolchimico e per il porto.

I cambi di appalto non garantiscono i livelli occupazionali e le retribuzioni e, anzi, chi vuole lavorare viene assunto come nuovo dipendente perdendo tutti i diritti spettanti. Questo può portare solo alla precarietà, un incubo in tutto il territorio, troppo presente in molti settori. Con la crisi che si riscontra nel nostro territorio, la situazione è da giudicare ancora più critica e preoccupante».

La richiesta

Per questo il sindacato, in una lettera indirizzata, tra gli altri, al presidente della Regione e al prefetto di Brindisi, ha chiesto la convocazione di un tavolo di crisi occupazionale che coinvolga tutti gli attori istituzionali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA