Scuole: da domani si accenderanno i termosifoni, ma ci sono scorte soltanto per venti giorni

Scuole: da domani si accenderanno i termosifoni, ma ci sono scorte soltanto per venti giorni
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Lunedì 20 Novembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 11:41
Mentre si festeggia per l’arrivo di stanziamenti nazionali destinati alla sistemazione strutturale e straordinaria di otto scuole della provincia brindisina, resta ancora in piedi, in tutta la sua gravità, la questione del riscaldamento da garantire almeno nell’anno scolastico in corso. La componente politica della Provincia ha le mani legate. La componente tecnico-burocratica è stata chiara: la copertura, allo stato attuale, termina a dicembre. Questo in sostanza significa che le scorte di carburante utile per accendere gli impianti sono disponibili fino a dicembre. 
È presumibile che, laddove non dovessero esserci novità di rilievo, al rientro dalle vacanze natalizie gli studenti e il personale scolastico saranno “al freddo e al gelo”. Per garantire il servizio, per tutto il tempo occorrente, servirebbe unmilione e 300mila euro. È la cifra necessaria per pagare il carburante per tutto il periodo invernale. L’ufficio finanziario della Provincia ha invece a disposizione poco più di 130mila euro, che corrispondono esattamente all’accensione che va da domani, 21 novembre, al 13 dicembre. Più o meno una ventina di giorni. La questione non figura tra gli argomenti all’ordine del giorno del prossimo consiglio provinciale, ma è probabile che rappresenti il problema più imminente e più pesante che l’assise dovrà affrontare.
Il consigliere delegato all’edilizia scolastica Cesare Epifani si dice pronto a scendere in piazza con gli studenti per manifestare contro il Governo che, in ottemperanza al quadro riformatore, ha tagliato ulteriormente le risorse economiche destinate alle funzioni fondamentali delle Province.
 
Ma basta fare due conti per capire che gli studenti di 51 istituti del brindisino, unitamente alle proprie famiglie e al personale scolastico, rappresentano una massa critica imponente che potrebbe fare realmente molto rumore. Occorre capire a questo punto se e quando il Governo metterà operativamente a disposizione le risorse promesse con l’ultima ripartizione stabilita in ambito nazionale. E se, ancora, queste risorse verranno utilizzate per coprire il buco di bilancio o saranno messe a disposizione del territorio per i servizi necessari. E se, in ultima analisi, il mancato riscaldamento delle scuole può essere considerato interruzione di pubblico servizio. Perché in quel caso la situazione potrebbe cambiare e qualcuno potrebbe sentire l’esigenza di risolvere la questione.
C’è da dire che il clima favorevole sta aiutando non poco la ristrettezze economiche della Provincia ma evidentemente la crisi del gasolio e della bolletta non può risolversi con il richiamo al “surriscaldamento globale della Terra”. Il problema delle aule fredde è serio e si porrà nei prossimi giorni con l’arrivo delle prime perturbazioni preinvernali, una situazione già vissuta pericolosamente negli ultimi anni con gli studenti costretti a partecipare alle lezioni imbacuccati in giubbotti e sciarpe, al punto da costringerli a manifestare nelle piazze dei paesi il disagio che vivevano insieme ai loro docenti e a tutto il personale della scuola.
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