Nuovi villaggi o zero cemento: a Brindisi è scontro sullo sviluppo costiero

Nuovi villaggi o zero cemento: a Brindisi è scontro sullo sviluppo costiero
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Domenica 6 Febbraio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 14:36

È scontro aperto tra due modi di concepire lo sviluppo turistico della costa diametralmente opposti. Da un lato, l’amministrazione comunale che, come ha ribadito il sindaco Riccardo Rossi nelle prime due riunioni dei capigruppo consiliari sul Contratto istituzionale di sviluppo per Brindisi, Lecce e la costa dell’Adriatico, punta sul consumo di suolo zero e di conseguenza sul recupero dell’esistente per realizzare strutture ricettive: Acque Chiare e Babylandia in primis. Dall’altro lato chi, in particolare all’opposizione, ritiene che si debbano mettere a disposizione per la realizzazione di strutture ricettive di alto livello anche altre aree sulla costa nord.

Le critiche a Rossi

A criticare fortemente la posizione dell’amministrazione, definita frutto di una «visione ideologica» è stato nei giorni scorsi il capogruppo di Fratelli d’Italia Massimiliano Oggiano, che nei giorni scorsi ha contestato, tra le altre cose, il fatto che Rossi abbia ricordato come il redattore della prima versione del Dpp, il professor Giorgio Goggi, avesse escluso la possibilità di “cementificare” la costa. «Il sindaco - ribatte - come al solito fa una narrazione parziale. Goggi aveva previsto uno sviluppo “a macchia di leopardo” individuando solo alcuni luoghi sulla litoranea nei quali prevedere strutture turistico ricettive. E lo faceva perché queste strutture vanno messe al servizio della balneazione che oggi è solo per i residenti, non certo per i turisti. Non per niente gli ho ricordato che a Porto Cesareo, Gallipoli, Santa Maria di Leuca, Otranto, operano in questi termini e riempiono in estate decine di migliaia di posti letto. Lui dice che questo tipo di turismo è insostenibile, evidentemente hanno una visione d’élite ma francamente io non ho ancora capito cosa sia questo turismo lento tanto decantato. Rossi ha fatto l’esempio di Martina e Cisternino ma lì non hanno mica il mare».
Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Gianluca Quarta che, dopo avere ricordato la propria lunga esperienza professionale proprio nel settore del turismo e l’impatto positivo che villaggi e simili generano sull’economia del territorio, sottolinea come in Italia esistano strutture ricettive pienamente compatibili con gli ambienti naturali. Nonostante l’occasione del Cis, commenta, «bisogna scontrarsi con le solite resistenze ideologiche del sindaco Rossi, che si affretta a chiarire che non saranno accettati “villaggi turistici o amenità di questo tipo”. Una frase che, oltre a denotare una mancata conoscenza dell’industria turistica, conferma la visione bucolica di città di questa amministrazione, intenta a coltivare povertà e slogan buoni per ogni stagione, come quello dell’università».
L’amministrazione, per Quarta, dice “no” all’industria ed anche al turismo, che l’amministrazione, sostiene, non ha lavorato su una pianificazione urbanistica in grado di far sviluppare il settore. «Il sindaco e il suo assessore al Turismo - incalza - dovrebbero spiegare ai brindisini, provando a non ridere mentre lo fanno, come immaginano di cambiare il volto della città puntando su qualche piccolo albergo qua e là nelle mura cittadine».

La posizione della maggioranza

Al consigliere azzurro risponde la collega di Brindisi Bene Comune Belinda Silvestro, che si dice «basita di fronte ad alcune esternazioni distorte di alcuni consiglieri». Dopo avere ricordato che l’idea dell’amministrazione, per quanto riguarda i tre progetti da candidare al Cis, è «mettere in sicurezza la costa, di utilizzare tutti i manufatti già presenti e, se proprio si vogliono incrementare le strutture ricettive, si possono costruire fabbricati leggeri, così come previsti dalla legge.

L’obiettivo è di poter rendere fruibile la costa per render Brindisi una città turistica, non solo per le potenzialità marine, ma anche culturali. Non abbiamo certo come modello Gallipoli o Porto Cesario, dove il livello antropico rende i luoghi invivibili. Noi siamo convinti che un turismo sostenibile e differente possa essere la giusta soluzione». Ad Acque Chiare, ricorda tra l’altro, «il Comune ha acquisito l’albergo con 520 stanze e 50 grandi ville con tanti altre strutture come ristorante, piscina, eccetera» e che l’amministrazione ha in campo molti altri interventi per il settore turistico. Interventi che potrebbero «davvero cambiare il volto della nostra costa», sostiene la consigliera di Bbc. «Spero - conclude - di aver fatto chiarezza sui veri intendimenti di quest’amministrazione perché spesso veicolano notizie non veritiere e fantasiose».

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