Scomparso e ritrovato morto in mare, commozione al funerale di Aris. La Procura apre un'inchiesta

Scomparso e ritrovato morto in mare, commozione al funerale di Aris. La Procura apre un'inchiesta
di Salvatore MORELLI
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Lunedì 6 Febbraio 2023, 21:20 - Ultimo aggiornamento: 7 Febbraio, 14:03

Scomparso e ritrovato morto in mare, commozione al funerale di Aris. La Procure apre un'inchiesta. Il giorno del funerale ed il giorno che ha dato il via agli accertamenti per chiarire le cause della morte di Aris Barletta. Ieri pomeriggio l’ultimo saluto nella chiesa di Sant’Elia al ragazzo morto a 27 anni per annegamento nel Seno di Ponente del Porto. E ieri mattina la Procura di Brindisi ha aperto un fascicolo per stabilire perché questo ragazzo sia finito nelle acque del porto nella notte fra l’1 ed il 2 febbraio, perché non sia riuscito a restare a galla. Un atto dovuto, questa inchiesta, per capire se ci siano state cause di forza maggiore ad indurre il ragazzo a tuffarsi oppure se sia semplicemente scivolato. 

L'ultimo saluto al 27enne nella chiesa di Sant'Elia


Ci vorrà del tempo, intanto il pomeriggio di ieri ha avvolto nel dolore comune parenti ed amici di questo ragazzo: «Dio in questo momento tiene Aris tra le sue braccia per dare a lui tutto quello che questa vita non gli ha potuto dare». Sono le toccanti parole che il parroco don Massimo Mengasi ha voluto dedicare nella sua omelia ad Aris Barletta.
Tanta l’emozione che ieri pomeriggio, alle 16, ha coinvolto tutte le persone presenti lungo il sagrato della parrocchia Cristo Salvatore, al quartiere Sant’Elia, dove amici e conoscenti si sono stretti al dolore della famiglia Barletta che fino all’ultimo momento ha sperato che Aris tornasse a casa. Una speranza che si è affievolita quando il corpo del 27enne è stato ripescato nel piccolo tratto di mare che divide il cantiere navale “Balsamo” dall’area dove un tempo c’era lo stabilimento dell’ex Saca, proprio dove sfocia il canale del Cillarese. La macabra scoperta è avvenuta poco prima di mezzogiorno di domenica nei pressi di un piccolo ponte che collega via Provinciale per San Vito a via Ettore Ciciriello dopo che fondali erano stati scandagliati più volte. 

L'omelia del parroco


«Questo momento che viviamo insieme alla famiglia di Aris, deve essere un momento di fede dove la parola di Dio diventa per noi luce nell’oscurità.

Un tragico momento che la famiglia, in modo particolare, deve sopportare. Il distacco è la cosa più brutta che possa capitare nella vita per ciascuno di noi dalle persona amate. Quando questo distacco avviene prematuramente è ancora più grave». E’ iniziata con questa parole la lunga ed emozionante omelia del parroco don Massimo Mengasi, che ha spesso citato alcuni brani delle Sacre Scritture per percorrere e affrontare il dramma che ha colpito la famiglia Barletta per la prematura scomparsa di Aris. «Non sempre attorno a noi ci sono persone che amano, che ci vogliono bene, ma c’è chi ci ama comunque e non ci abbandona: questo è Dio», ha continuato don Massimo. 


Ed ancora, su Aris: «Il nostro fratello Aris in questo momento sta vivendo ciò che forse ognuno di noi spera: la pace nel cuore. Vogliamo sperare che Aris negli ultimi istanti della sua esistenza sulla Terra abbia rivolto un piccolo pensiero al Signore. E nella grande bontà di Dio in questo momento lo tiene tra le sue braccia per dare a lui tutto quello che questa vita non gli ha potuto dare. Magari Aris correva a destra e a sinistra alla ricerca del bene, della pace e della serenità, sbagliando forse la strada. Il Signore però la strada ce la indirizza. Per ciascuno di noi questo momento sia veramente un esempio di preghiera: il Signore lo sta chiedendo a tutti noi». 
La “strada” di questo giovane si era improvvisamente persa nella notte tra mercoledì e giovedì in un tratto del porto dove poi le ricerche si sono concentrate fino al ritrovamento del suo cadavere. «Qualche volta chiediamoci - ha concluso don Massimo - sappiamo di cosa hanno bisogno le persone che stanno in mezzo a noi? La tragedia che noi tutti stiamo vivendo deve interpellare ciascuno di noi. Dove stavamo? Forse Aris in qualche circostanza ha dato qualche segnale per essere attenti verso di lui e noi non siamo stati attenti». 

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