La Regione Puglia “entra” nella Santa Teresa

Protesta dei lavoratori Santa Teresa
Protesta dei lavoratori Santa Teresa
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Mercoledì 15 Giugno 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 20:44

La Regione Puglia nel capitale sociale della Santa Teresa. Sarebbe questa la soluzione messa a punto per salvare definitivamente la società in house della Provincia di Brindisi la quale, come tante altre partecipate pubbliche, non solo nel capoluogo messapico, attraversa da anni una profonda crisi che ha messo seriamente a repentaglio moltissimi lavoratori insieme alle rispettive famiglie. Negli ultimi anni si era riusciti a trovare un minimo equilibrio tra le necessità di spending review ed il mantenimento dei livelli occupazionali, senza mai finalizzare definitivamente il salvataggio. Tutta questa incertezza, a quanto pare, sarebbe però destinata a finire.

L'operazione

Secondo i pochi dettagli che trapelano, la formalizzazione dovrebbe arrivare entro le prossime ore, forse già nella giornata di giovedì.

Questo vorrà dire, in poche parole, nuove possibilità di lavoro e nuovi canali di finanziamento. Dunque, una importante boccata d’ossigeno per le casse della società partecipata, che in questo modo potrà ambire ad un più stabile equilibrio economico e finanziario. Tutto questo anche per la tranquillità dei lavoratori. Un risultato ormai prossimo grazie, a quanto pare, alla mediazione messa in campo dal presidente della Provincia Toni Matarrelli.

La vertenza

Appena pochi mesi fa, alla fine del 2021, la situazione era tutt’altro che rosea, anche se qualche mese dopo era leggermente migliorata grazie all’impegno della Provincia che aveva consentito di preservare servizi e livelli occupazionali. Ma a dicembre scorso i sindacati parlavano di società a rischio, tanto da dichiarare lo stato di agitazione. A lanciare l’allarme era stato, in particolare, il Cobas. La situazione, secondo la denuncia, era dovuta «ai gravi comportamenti di alcuni dirigenti della stessa Provincia che stanno limitando fortemente le attività lavorative con gravi ritardi sulla assegnazione degli appalti e, quando assegnati, non vengono attivati gli ordini di servizio». Il rischio, secondo il sindacato, era di «conseguire a fine anno un risultato di bilancio negativo con la conseguenza di mettere la stessa Santa Teresa in seria difficoltà», tanto da arrivare «a mettere in discussione l’esistenza della società». Ulteriori perplessità sullo stato di salute della Santa Teresa erano state sollevate anche ad ottobre scorso, quando fu dichiarano un nuovo stato di agitazione dei lavoratori, dopo un incontro con l’amministratore Giuseppe Marchionna.

I conti

In quell’occasione il sindacato riferiva che la società era disponibile a miglioramenti per i lavoratori, come ad esempio cancellare i part time esistenti ed una livellazione salariale a partire dal primo gennaio 2022, ma solo ad una condizione che era quella che i conti della società a fine 2021 risultassero in positivo. Una condizione che lasciava molti dubbi visto le difficoltà della società in house. Il sindacato così commentava: «Questa condizione, secondo noi, è difficilmente realizzabile perché allo stato attuale la società è sotto di 250mila euro e la possibilità di recupero fino a fine anno ci sembra difficile da realizzare, nonostante continui ad affidare a ditte esterne numerosi lavori. Ci sembra quasi impossibile recuperare questo deficit visto che ancora non si sono firmati i contratti per gli immobili da gennaio ad adesso e quelli per il verde solo pochi mesi fa, procurando di fatto un danno enorme alla società e ai lavoratori. Rischia quindi di saltare il banco a fine anno alla Santa Teresa. L’impegno contenuto nel piano industriale presentato dalla società prevede assolutamente che a fine 2021 il bilancio deve essere assolutamente positivo. Solo di fronte a questo impegno della Santa Teresa la Provincia di Brindisi ripianò lo scorso anno il deficit di quasi 2 milioni di euro dovuto alle spese per la cassa integrazione degli anni scorsi; l’assenza di lavoro era dovuta a difficoltà economiche dello stesso ente. In caso di bilancio negativo a fine anno della Santa Teresa non resta quindi che consegnare i libri contabili in tribunale per un eventuale fallimento della stessa società».
Tutta questa instabilità, però, potrebbe essere destinata a terminare, grazie all’ingresso nel capitale sociale da parte della Regione.

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