Sanitaservice, parte l'allarme: positivi due ausiliari addetti al trasporto dei pazienti Covid

Sanitaservice, parte l'allarme: positivi due ausiliari addetti al trasporto dei pazienti Covid
di Maurizio DISTANTE
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Mercoledì 15 Aprile 2020, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 12:07
Un nuovo contagio tra i soccorritori del 118, e siamo a quota tre, e due dipendenti della Sanitaservice risultati positivi al tampone. I Cobas hanno aggiornato l'elenco dei soggetti tra gli appartenenti alle categorie che stanno contribuendo in questa emergenza alla tenuta del sistema sanitario locale il cui esame ha confermato la presenza del coronavirus nell'organismo. Già negli scorsi giorni, Roberto Aprile, portavoce dei Cobas del lavoro privato, aveva aperto la contabilità delle positività tra i soccorritori del 118 affiliati alle associazioni di volontariato che gestiscono il servizio dell'emergenza/urgenza territoriale per conto dell'Asl: il sindacalista aveva ammonito i responsabili delle associazione e la stessa azienda sanitaria in merito ai pochi dispositivi di protezione individuale distribuiti agli equipaggi delle ambulanze e alla loro inidoneità, chiedendo di sottoporre a tampone tutti i membri delle squadre di soccorso.

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Ieri, dopo il nuovo caso registrato nella stessa postazione di Brindisi città della quale fanno parte i primi due contagiati, Aprile è tornato anche sullo screening, confermando il monitoraggio dei soccorritori ma biasimando la scelta di partire con i controlli da Fasano. «Questo terzo contagio dimostra l'estrema fragilità del sistema 118 per come è stato gestito afferma il portavoce -. La cosa buffa, se così si può definire, è che si sta procedendo ai tamponi partendo dalle postazioni di Fasano. Non si tratta di fare una corsa a chi arriva prima al tampone ma perché non iniziare dalla postazione dove ci sono stati i due casi positivi? Cosa si sta aspettando a capire cosa sta succedendo nella postazione dei tre contagiati? Auspichiamo che già da domani (oggi per chi legge, ndr) si facciano tamponi per tutte le postazioni di Brindisi città per evitare il diffondersi dei positivi e che si bonifichi a regola d'arte le stesse postazioni, cosa mai avvenuta». Nella stessa giornata di ieri, i Cobas hanno anche annunciato la positività di due lavoratori della Sanitaservice che prestano servizio in Pronto soccorso.

«Due ausiliari arrivati a lavoro al Pronto soccorso dell'ospedale Antonio Perrino alle 21 di lunedì 13 aprile, giorno di Pasquetta, sono stati rimandati a casa dopo alcuni minuti, a seguito della comunicazione della loro positività al coronavirus. Ancora tantissimi lavoratori del personale sanitario aspettano il tampone mentre per le ditte private ancora non sono chiari gli indirizzi da prendere». Le nuove positività scoperte tra gli ausiliari fanno riemergere tutta la preoccupazione relativa ai rischi che i lavoratori corrono al Perrino, manifestata in altre occasioni da Aprile. «Pensiamo ai lavoratori delle ditte che intervengono nei reparti e ai vigilantes che spesso in questo periodo così teso sono chiamati a intervenire e a girare come già facevano all'interno dell'ospedale. Questi sono purtroppo i risultati della mancanza di dispositivi di protezione e di una pessima gestione degli ingressi dei malati al Pronto soccorso e nell'intero ospedale».

Sul punto, il sindacalista ha voluto rilanciare la proposta già esposta tempo addietro che contribuirebbe a ridurre al minimo le situazioni di rischio, come già sperimentato altrove. «Avevamo proposto di trattare tutti gli arrivi al Pronto soccorso come potenziali coronavirus positivi, facendo stazionare i nuovi ingressi in stanze attrezzate appositamente dove realizzare una mini quarentena di due giorni per effettuare i due necessari tamponi».
«Gli ospedali in Italia che hanno adottato questo sistema - aggiunge - sono rimasti indenni da danni al Pronto soccorso e hanno impedito gli arrivi nei reparti di malati che potevano sviluppare il coronavirus successivamente, così come è accaduto a Brindisi, insieme alla necessità di cambiare i documenti di valutazione del rischio lavorativo, che significa d'ora in avanti stabilire nuove regole di lavoro per difendersi dal coronavirus e da nuovi possibili virus. Gli ospedali sono stati i luoghi maggiori del contagio, non dimentichiamolo. Nuovo pericolo, nuova organizzazione».
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