Medici malati per l'ospedale, al lavoro
in strutture private: la scure dell'Asl

Medici malati per l'ospedale, al lavoro in strutture private: la scure dell'Asl
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Martedì 16 Febbraio 2016, 12:06 - Ultimo aggiornamento: 12:42
BRINDISI - L'Azienda sanitaria locale di Brindisi a seguito delle risultanze dell'attività d'indagine svolta dai carabinieri del Nas di Taranto ha irrogato sanzioni disciplinari a quattro dirigenti medici di cui tre in servizio presso i presidi ospedalieri della provincia di Brindisi ed uno presso il dipartimento di prevenzione. Per un radiologo è stato disposto il licenziamento, per un anestesista e un medico del dipartimento  di prevenzione la sospensione dal servizio senza retribuzioni fino a dodici giorni. Per un dermatologo è stato avviato il procedimento ma non è stata irrogata alcuna sanzione perché sta per andare in pensione.

I fatti contestati sono scaturiti da una ispezione dei Nas di Taranto effettuata pochi mesi addietro presso un poliambulatorio del Brindisino: i carabinieri hanno scoperto che il radiologo aveva svolto attività lavorativa in quel centro in giorni in cui era assente dall'ospedale per malattia. Le visite fiscali inviate dalla direzione dell'Asl erano state effettuate da un medico del dipartimento che effettuava anche attività lavorativa libero professionale nel medesimo centro privato in cui operava il radiologo (che aveva peraltro l'incarico di responsabile sanitario del centro), contravvenendo al codice di comportamento dei dipendenti pubblici in tema d'incompatibilità per conflitto d'interessi.

Per quanto riguarda il dermatologo e l'anestesista è stato accertato che avevano svolto, arbitrariamente, visite mediche in libera professione nel poliambulatorio, nonostante avessero optato per un rapporto di esclusività con l'Asl. I medici hanno continuato a percepire indebitamente l'indennità mensile aggiuntiva dell'esclusività. Gli atti sono al vaglio della procura della Repubblica di Brindisi, che ha coordinato l'attività investigativa dei Nas. Tutti dovranno restituire, comunque, all'Asl le indennità indebitamente percepite che, a quanto stimato, ammontano a diverse decine di migliaia di euro.
 
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