I fondi del Pnrr per risollevare la sanità a Brindisi: ecco il progetto della Asl

I fondi del Pnrr per risollevare la sanità a Brindisi: ecco il progetto della Asl
di Lucia PEZZUTO
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Martedì 26 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 10:04

Gli ospedali di comunità della provincia di Brindisi e l’ex ospedale Di Summa saranno al centro degli obiettivi da attuare grazie ai fondi del piano di ripresa e resilienza per l’ammodernamento del settore “sanità”: missione per la quale il governo ha stanziato 631 milioni di euro a favore della Puglia. In cantiere una riorganizzazione in linea con quelli che sono gli obiettivi del ministero della Salute, ossia potenziare l’assistenza sanitaria e renderla più accessibile attraverso reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina, anche la Asl di Brindisi sta stilando man mano un quadro degli interventi. L’idea è quella di completare quei processi di ammodernamento avviati dall’Azienda sanitaria locale già durante il periodo di emergenza della pandemia, nonostante le difficoltà dovute alla crisi Covid sono stati raggiunti importanti obiettivi: riconversione di strutture ospedaliere tradizionali, avvio degli ospedali di comunità, partenariato pubblico-privato nell’assistenza domiciliare, con progetti che hanno portato l’azienda, unica in Puglia, a raggiungere il tetto medio di presa in carico di pazienti a domicilio. A fronte di questo vi è anche l’esigenza di costruire processi, percorsi e incrementare il capitale umano.

La «svolta alla sanità»

«Questo è l’unico modo per dare una svolta alla sanità», ha già detto il direttore generale Giuseppe Pasqualone, sottolineando come questo «completerebbe il lavoro di riconversione già avviato negli ospedali» e che in caso contrario «non produrremmo alcun effetto». Sul territorio brindisino i fondi Pnrr saranno investiti principalmente sull’ex ospedale di Summa e sulla sostituzione dei grandi macchinari. Non solo, vi è anche la volontà di accentrare lì tutte le principali attività ambulatoriali. La città di Brindisi rappresenta un punto di riferimento per tutta la provincia e per questo motivo una struttura come questa potrebbe fare la differenza. Poi ci sono anche San Pancrazio e Latiano, dove la Regione ha autorizzato la Asl di Brindisi a realizzare gli ospedali di Comunità. Così pure sperano in una rinascita delle proprie strutture ospedaliere anche Ceglie, Mesagne e San Pietro Vernotico. Mentre Ostuni attende di pote completare la costruzione della nuova piastra.

Purtroppo i fondi non potranno essere investiti sul fronte del nuovo ospedale di Brindisi e neppure implementare i finanziamenti già desatinati per il nascente polo ospedaliero Fasano-Monopoli. Sino all’ultimo, però, non si esclude che possa spuntare qualche misura che consenta a Brindisi di ottenere anche qualcosa per questi nuovi presidi. Insomma, questa disponibilità economica potrebbe in poco tempo cambiare il volto della sanità in termini di servizi e qualità al paziente.

Obiettivo: 31 ospedali di comunità

«Con il Pnrr – dice, anche, Maurizio Bruno, consigliere regionale Pd - potremo realizzare 31 ospedali di comunità e aprire 500 nuovi posti letto. Creare una rete di strutture “a ricovero breve” destinate a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media e bassa intensità clinica e per degenze di breve durata. Senza così intasare gli ospedali, da lasciare a ricoveri e interventi più urgenti. Ma allo stesso tempo senza lasciare questi pazienti meno gravi senza un’assistenza territoriale all’interno di una struttura. A tutto questo si aggiungerà o si affiancherà la riattivazione o il rafforzamento delle strutture ospedaliere già esistenti sui territori, ridimensionati negli ultimi anni». Grazie all’investimento di questi fondi le case della salute saranno infine dei grandi poliambulatori, dove inserire i medici di base, i pediatri e la guardia medica, per un bacino di utenza di 30mila abitanti. Più telemedicina e l’assistenza domiciliare. «Ma tutto questo - aggiunge Bruno - non potrà avere il giusto effetto senza un rafforzamento anche del personale, oggi in Puglia scarso, con la mancanza di almeno 6.000 professionisti tra medici e infermieri e una disparità di trattamento nella distribuzione delle risorse che ha visto la Puglia enormemente penalizzata. La vera sfida sarà questa. E purtroppo, sul fronte delle assunzioni, non potremo contare sui fondi del Pnrr, ma sulle nostre risorse».

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