Servizi sociali, guerra sui conti tra Brindisi e San Vito. Rossi: «Ripartizione esatta»

Servizi sociali, guerra sui conti tra Brindisi e San Vito. Rossi: «Ripartizione esatta»
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Mercoledì 4 Maggio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:14

Più che la questione relativa alla presidenza del costituendo consorzio per i servizi sociali, quello che agita le acque sul fronte dei servizi sociali tra Brindisi e San Vito dei Normanni sono i soldi. A spiegarlo è il sindaco del capoluogo Riccardo Rossi, che ricorda come in vista della predisposizione dei bandi per i servizi attualmente in proroga e con la scadenza in avvicinamento sia stato necessario determinare le risorse necessarie «per poter mantenere l’attuale quadro dei servizi offerti».

I conti

Fatti salvi i contributi regionali e nazionali, ricorda, la quota di cofinanziamento ammonta complessivamente a 2 milioni di euro. «Da ripartire - ricorda Rossi - tra i due Comuni sulla base della dimensione, con una proporzione che è di circa 80 a 20. Ora, noi abbiamo visto che quei 2 milioni, negli anni precedenti, sono stati suddivisi così: 1,9 milioni circa a carico di Brindisi e 110mila euro a carico di San Vito. Dopo una serie di riunioni del coordinamento di Ambito, abbiamo ripartito la contribuzione in questo modo: 400mila a carico di San Vito, 1,6 milioni circa a carico di Brindisi».

Il no di San Vito

Suddivisione che, in alcune dichiarazioni pubbliche, è stata contestata dalla sindaca Silvana Errico. «Per dire che i conti sono sbagliati - risponde Rossi - bisogna dire in che modo lo sono e dimostrarlo. Tra l’altro, quei calcoli effettuati dal dirigente dell’Ambito non sono stati contestati formalmente da nessuno. In questa impasse, il Comune di Brindisi ha prorogato i servizi fino al 30 giugno». Facendosi carico, lascia intendere il sindaco, di tutti i costi. L’obiettivo dell’amministrazione brindisina, rivendica Rossi, è quello di «garantire i servizi per i cittadini delle due comunità ed anche i lavoratori. Con una qualità, tra l’altro, che non può essere messa in discussione né per professionalità degli operatori né per risultati, ampiamente riconosciuti anche dalla Regione».
Nella giornata di lunedì, riferisce poi, durante un nuovo incontro fra i due enti, «San Vito ha fatto una proposta di incremento da 110 a 250mila euro.

Con la possibilità che possano arrivare nuove risorse dal governo in grado di alleggerire il cofinanziamento. Ma sia da parte di Brindisi che di San Vito, sia chiaro. Ora come ora, tuttavia, dobbiamo predisporre i bandi con le risorse disponibili. Poi, se ci sarà altro ben venga. Ma allo stato attuale abbiamo chiesto un impegno affinché San Vito provveda a versare la corretta contribuzione. Questi sono fatti incontrovertibili».

L'ipotesi commissariamento

Rispetto alle accuse ed allo spauracchio del commissariamento, Rossi risponde: «Non vedo come Fratelli d’Italia possa pensare al commissariamento dell’Ambito quando l’unico motivo possibile sarebbe l’assenza di risorse da parte proprio del loro Comune. Ad ogni modo, non lo consentiremo e garantiremo i servizi anche per San Vito. Dopo di che, ognuno si assume le proprie responsabilità».

Il nodo della presidenza

Per quanto riguarda la presidenza, conclude Rossi, «la sindaca può legittimamente chiedere quel ruolo ma non sostenendo che lei può rappresentare una figura di garanzia, perché la mia storia personale non esige garanzie da parte di alcuno. Noi siamo interessati al futuro, nessuno pensa di ridiscutere le cifre del passato, questo l’ho detto anche alla sindaca. Poi, faremo una valutazione ma mi sembra dei tutto evidente che i pesi dei due Comuni sono tali che non si tratta di un problema che possono discutere il sindaco Rossi e la sindaca Errico. È stato così, è così e sarà così, anche senza Rossi ed Errico. Per questo invito tutti a smetterla con queste polemiche inutili ed andare avanti per garantire i servizi e far funzionare quanto prima il consorzio, nell’interesse dei cittadini. Ed a chi fa polemiche, sterili, sulla questione delle poltrone ricordo che si tratta di incarichi senza retribuzioni. E poi, sono le amministrazioni comunali che determinano le linee, definendo i piani sociali di zona, non certo il presidente del consorzio».

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