Appendice del Maxxi a Brindisi, il neopresidente Giuli apre all'idea di Sgarbi

Alessandro Giuli
Alessandro Giuli
di Danilo SANTORO
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Martedì 10 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:59

«Se ci sono le condizioni per avviare un percorso finalizzato a valutare la possibilità di istituire una sede distaccata del Maxxi a Brindisi? Sì certo, valuteremo con piacere e massima attenzione con il ministero e le istituzioni locali». Al momento resta una possibilità, ma Alessandro Giuli, neopresidente del Maxxi di Roma conferma l’interesse per il capoluogo messapico. O quantomeno la volontà di verificare o e intraprendere un percorso che possa rendere concreta l’idea lanciata pochi giorni fa dal sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, e cioè quella di realizzare a Brindisi una succursale dell’importante Museo nazionale delle arti del XXI secolo che ha la sede principale nella Capitale. Giuli da poche settimane è stato chiamato dal Governo a capo della Fondazione del Ministero dei Beni Culturali, del Maxxi e conferma il suo apprezzamento «per le cose belle dette da Sgarbi» in riferimento a Brindisi. 

In particolare lo storico critico d’Arte, parlamentare eletto in Forza Italia, aveva spiegato: «In passato a Brindisi venne coltivata una tradizione di arte contemporanea al tempietto. Quel filone potrebbe essere ripreso, magari realizzando proprio a Brindisi - com’è stato fatto a L’Aquila - una succursale del Maxxi di Roma. Potrebbe essere un modo per trovare una dimensione e uno spazio per il gusto e la sensibilità contemporanei. In Puglia non c’è ancora nulla del genere». La proposta di Sgarbi non era caduta nel vuoto tra i rappresentati istituzionali del territorio, che si erano spinti anche ad indicare alcune location per ospitare una sede del Maxxi. Nel dibattito erano state avanzate come ipotesi di location da destinare a Brindisi al Maxxi il Castello Alfonsino o il Capannone ex Montecatini. Dalla tradizione, unica in tutto il Salento, della galleria “Il Tempietto” ad una succursale del Maxxi: nel segno del ricordo della galleria d’arte attiva a Brindisi dal 1979 ai primi anni Duemila il territorio proverà, così ad immaginare un futuro da capitale del Mezzogiorno dell’Arte Moderna. Il tentativo di non far rimanere una semplice ipotesi le parole del sottosegretario Sgarbi, è già in atto e coinvolge (e coinvolgerà), tra gli altri, il deputato e coordinatore regionale di Forza Italia Mauro D’Attis, oltre naturalmente al ministro per i Beni culturali Gennaro Sangiuliano. Ma l’idea ha trovato apprezzamento anche nel sindaco Riccardo Rossi.

Il confronto

«Ricordo che quando Roberto Covolo era assessore qui a Brindisi ragionavamo della possibilità di portare uno spazio per l’arte contemporanea, proprio perché abbiamo nella nostra città beni che riguardano tutte le epoche storiche.

Abbiamo – ha dichiarato nei giorni scorsi Rossi - poi l’importante presenza del museo “Ribezzo”, con la sua collezione. E pensavamo che Brindisi potesse essere una città dell’arte contemporanea all’interno del bacino del Mediterraneo. Mi fa piacere, quindi, questa affermazione del sottosegretario Sgarbi che riconosce a Brindisi una possibilità importante come questa». Lo stesso primo cittadino, aveva poi precisato che «Il Castello Alfonsino, con l’Opera a Corno, come tipo di bene e per la sua posizione unica potrebbe essere il contenitore adatto. Si potrebbe creare una succursale del Maxxi in un contesto davvero unico». Ipotesi del Castello Alfonsino valutata positivamente anche da D’Attis.

«Per me – ha sottolineato di recente il parlamentare azzurro - l’area portuale è innanzitutto porto e questo utilizzo va rispettato. Dovremo confrontarci con Sgarbi e, naturalmente, con il ministro Sangiuliano rispetto alla destinazione in tal senso di alcuni beni come, ad esempio, il Forte a Mare». Certo, ha ammesso il parlamentare, «è un bene che questo dibattito si sia aperto. Ma poi le scelte e le idee devono essere sostenute da progetti concreti e soprattutto dal punto di vista finanziario». Sulla possibile appendice del Maxxi a Brindisi si sono espressi con favore anche diversi operatori culturali: Massimo Guastella, professore associato di Storia dell’Arte Contemporanea, afferente al Dipartimento di Beni Culturali di UniSalento, lo storico Giacomo Carito, presidente della sezione brindisina della Società di storia patria per la Puglia ed è osservatore attento della cultura nel capoluogo adriatico, il sociologo Emanuele Amoruso, organizzatore negli anni di innumerevoli eventi culturali, e il direttore artistico del Nuovo Teatro Verdi, Carmelo Grassi.

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