Il sindaco di Ravenna contro il rigassificatore a Brindisi: «Non ha senso»

Il sindaco di Ravenna Michele De Pascale
Il sindaco di Ravenna Michele De Pascale
di Francesco RIBEZZO PICCININ
4 Minuti di Lettura
Sabato 4 Giugno 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 20:17

Sarebbe inutile la presenza, a Brindisi, di una nave rigassificatore. A sostenerlo è Michele De Pascale, sindaco di Ravenna, città candidata ad ospitare il rigassificatore offshore proprio su volontà, tra gli altri, del primo cittadino.

Sindaco, nei giorni scorsi in consiglio comunale i promotori dell’ordine del giorno per la candidatura di Brindisi ad ospitare la nave rigassificatore si sono chiesti: perché a Ravenna sì e a Brindisi no? Lei può dare questa risposta?

«Premesso che non spetta a me dire cosa deve o non deve fare Brindisi, il governo si sta orientando su due siti: Piombino e Ravenna.

Questo perché la gran parte del fabbisogno di gas, in caso di chiusura dei canali con la Russia e con il potenziamento di quelli con Libia e Algeria, oltre che con il raddoppio del Tap, è al centro nord. Per questioni climatiche e industriali, due terzi del fabbisogno di gas si trovano qui».

Perché questo dovrebbe escludere la localizzazione a Brindisi?

«Trattandosi di unità galleggianti, le allochi dove serve. Non ha senso metterle altrove».

Dica la verità, lei dice così perché spera che Brindisi non ottenga il rigassificatore, “sfilandolo” magari proprio a Ravenna.

«Non è così. Se la quantità di gas in arrivo tramite il Tap e da Algeria e Libia diventerà quello stimato, le condotte saranno sature. La scelta di collocare per i prossimi tre o quattro anni una unità di rigassificazione galleggiante al Sud non solo sarebbe inutile ai fini della risoluzione dei problemi nazionali. Il gas messo in circolazione dall’eventuale rigassificatore nel Sud Italia, infatti, sostituirebbe e dunque limiterebbe quello potenzialmente in arrivo tramite Tap, da Libia o Algeria. Non si tratta, dunque, di una questione di Nord contro Sud ma di limiti fisici della rete. Il collocamento di queste unità nel Centro Nord ha una logica perché è lì che serve il gas. Il Sud ha già abbastanza autonomia e con il potenziamento previsto sarebbe completamente autosufficiente».

Brindisi e Ravenna, dunque, non hanno proprio nulla in comune?

«Ecco, questo no. Anzi, insieme al sindaco di Brindisi ci stiamo battendo per i parchi eolici offshore. Ne ho discusso recentemente anche con il segretario cittadino del Pd di Brindisi. E questo dibattito che si è aperto mi fa comunque piacere, può portare a spunti utili. Le relazioni tra Brindisi e Ravenna sono fortissime e mi piacerebbe che tutto questo portasse magari a costruire, insieme, una filiera su eolico e chimica. Certo, i progetti sulle rinnovabili sono molto sbilanciati verso il Sud. Solare ed eolico, in particolar modo per questioni legate al clima, sono previsti quasi tutti al Centro Sud. Tutto questo oltre alla presenza di grandi quantità di gas grazie al prossimo potenziamento di Tap e Green Stream. È evidente, a questo punto, dove sia maggiore la crisi energetica. E dove si farà davvero pesante in caso di chiusura dei rapporto con la Russia».

A prescindere dai motivi per i quali Brindisi potrebbe o non potrebbe ambire ad ospitare un rigassificatore, lei è comunque favorevole ad investimenti di questo tipo.

«Da sindaco di una città favorevole ad ospitare il rigassificatore, a differenza di Piombino che sta un po’ subendo questa decisione, non posso non evidenziare che tra tutte le modalità di approvvigionamento di gas, questa è senza dubbio la più climalterante. Noi abbiamo distrutto la produzione nazionale di gas, che è invece la modalità meno climalterante. E ora, con la rinuncia al gas russo, molti pensano che il rigassificatore sia la panacea di tutti i mali. Ma, diciamolo pure, questa è sicuramente la modalità meno ecologica. Dunque va bene aumentare la nostra capacità di rigassificazione. Ma senza esagerare. Ci serviranno, più o meno, 10 o 15 miliardi di capacità in più. Tra Piombino e Ravenna siamo a 10 miliardi in più rispetto ai quasi 20 già esistenti. Direi che la quantità è più che sufficiente. Una corsa eccessiva a mettere rigassificatori ovunque non ha senso. Bisogna metterli solo dove servono».

© RIPRODUZIONE RISERVATA