Non sono sufficienti le opere a verde previste da Rfi come compensazione dell’impatto paesaggistico del raccordo ferroviario con l’aeroporto di Brindisi. Per il ministero della Cultura, infatti, servirà un’opera di compensazione “che sia adeguata alla trasformazione della percezione d’insieme dei luoghi derivante dalla realizzazione del complesso delle opere progettuali”. Ma cosa chiede, nella pratica, la direzione generale Archeologia, Belle arti e Paesaggio del ministero della Cultura? Il ministero, esprimendo parere tecnico istruttorio positivo, “raccomanda” ad Rfi “accogliendo quanto suggerito dalla competente Soprintendenza in merito alle opere di compensazione” di mettere in campo “il recupero della chiesa di Santa Maria del Casale ed annesso convento dei Cappuccini mediante interventi strutturali di risanamento architettonico e di revisione della copertura, nonché di restauro delle opere storico-artistiche da attuare mediante accordo con la proprietà del bene”.
La storia
La costruzione della chiesa di Santa Maria del Casale prese avvio nel 1284 sul luogo dove esisteva una cappella che custodiva un’icona mariana legata ad una pia tradizione a san Francesco d’Assisi che, di ritorno dalla Terra santa, avrebbe qui pregato. Si narra infatti che questi avrebbe passato la notte nel Casale e in un’edicola si trovava un’icona della Madonna, che però era coperta da una ragnatela come un velo. Così San Francesco chiese di liberare l’icona al ragno, che acconsentì subito. Dal maggio 1310 la chiesa e i locali annessi, tra l’altro, furono utilizzati come cancelleria del processo contro i Templari del Regno di Sicilia. Le pareti interne sono in gran parte ricoperte da affreschi del Quattordicesimo secolo, il più celebre dei quali è certamente il “Giudizio universale”, grandiosa opera distribuita in quattro scomparti, firmato da Rinaldo da Taranto. Le bellezze da recuperare e da valorizzare, all’interno ed all’esterno della chiesa, non mancano.
L'Appia antica
Ma questa non è, per la verità, l’unica indicazione fornita dal ministero ad Rfi. Dopo le segnalazioni dell’associazione Brindisi e le antiche strade, che avevano denunciato il rischio di danni irreparabili al tracciato storico dell’antica via Appia, è stata infatti indicata la necessità di “conservare la continuità della strada comunale 14 (tra Brindisi e Mesagne) al fine di garantire la memoria storica del collegamento”. La presidente dell’associazione Rosy Barretta, infatti, aveva scritto diversi mesi fa, tra gli altri, al ministro Dario Franceschini, evidenziando che il progetto, per come era disegnato, avrebbe comportato “la interruzione della cosiddetta Antica Strada per Mesagne coincidente, secondo autorevoli fonti storiche, con una parte del tracciato della via Appia; risulterebbe cosi definitivamente compromessa la fruibilità e l’integrità della strada comunale numero 14 (Antica strada per Mesagne) che sinora ha garantito il collegamento ai fondi agricoli e ad alcune masserie di importanza storica-culturale, oltreché enogastronomica”.
Il collegamento
Il raccordo ferroviario con l’aeroporto, che nelle ultime ore ha ricevuto il parere favorevole per la Valutazione d’impatto ambientale e nell’ambito del cui iter autorizzativo sono inserite le prescrizioni del ministero della Cultura, prevede la realizzazione di opere per un valore complessivo di quasi 120 milioni di euro, finanziate con fondi Pnrr. Tra queste ci sono la realizzazione di un nuovo collegamento a singolo binario che inizia dalla linea a doppio binario Bari-Lecce e termina nella nuova stazione di Brindisi-Aeroporto, per una lunghezza di poco superiore ai 6,2 chilometri; un tratto a singolo binario di collegamento tra la linea Bari-Lecce ed il nuovo tratto per una lunghezza di poco inferiore ai 770 metri, per l’innesto lato Bari; la nuova stazione di Brindisi Aeroporto, che prevede due binari di stazionamento serviti da due marciapiedi esterni; un tratto a singolo binario tra la linea Bari-Lecce e la linea Brindisi-Taranto, con una lunghezza di poco inferiore ad 1,1 chilometri.