Brindisi, Pronto soccorso in emergenza: «A turno altri medici a supporto»

Brindisi, Pronto soccorso in emergenza: «A turno altri medici a supporto»
di Lucia PEZZUTO
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Mercoledì 7 Dicembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 03:39

Medici in servizio presso altri reparti chiamati a turno a spostarsi nel Pronto Soccorso: questa potrebbe essere una delle soluzioni per tamponare la crisi di personale che attanaglia l’Emergenza Urgenza del Perrino di Brindisi. La prospettiva, per nulla inedita e già avversata, è emersa dalla Conferenza dei sindaci svoltasi ieri pomeriggio a Palazzo Nervegna a Brindisi, alla presenza dei vertici della Asl brindisina e dell’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese
«Siamo in piena emergenza - questo deve essere chiaro. Un’emergenza simile se non superiore a quella del Covid e come tale va affrontata», ha spiegato l’assessore regionale Palese. «In assenza di provvedimenti nazionali dobbiamo cercare di contenere i danni con specifiche e concrete soluzioni. Ora i sindaci della provincia di Brindisi presenteranno un documento e la Regione Puglia prenderà dei provvedimenti». La situazione è drammatica, il quadro descritto dallo stesso assessore regionale dà la dimensione di un problema che andrebbe ben oltre la rimodulazione dei turni di lavoro perché medici all’interno degli ospedali sono davvero pochi, come dire: la coperta resta corta. Nel frattempo i sindaci, coordinati dal primo cittadino di Brindisi, Riccardo Rossi, stanno stilando un documento in cui si mettono in evidenza le criticità e si avanzano alcune soluzioni tampone già discusse durante la Conferenza di ieri. Come dicevamo la più papabile è lo spostamento a turno dei medici dai reparti al Pronto Soccorso. In ogni caso questo vorrebbe dire ore di lavoro aggiuntive e risorse da investire. Resta in piedi la richiesta della Asl di impiegare medici di base e medici in pensione. Sebbene all’appello già diffuso nei mesi scorsi non si sono avute le risposte sperate. 

Le ipotesi

«In questo momento dobbiamo privilegiare l’attività di emergenza - ha detto il direttore generale della Asl di Brindisi, Flavio Maria Roseto - come ha giustamente evidenziato l’assessore Palese, siamo in una situazione molto grave, non inferiore a quella in cui ci siamo trovati con il Covid. Ed esattamente come è stato per la pandemia è necessario frenare sull’attività ordinaria e spingere su quelle delle emergenze. Questo vuol dire sacrificare tutto ciò che è programmabile, rivisitare l’aspetto organizzativo in linea con le indicazioni date dallo stesso assessore Palese. Continueremo a coprire i turni in Pronto Soccorso perché è lì che in questo momento c’è maggiore necessità». Detto questo è chiaro che le attività ordinarie saranno ridimensionate per garantire l’assistenza nell’Emergenza-Urgenza. Gli ultimi episodi registrati nel Pronto Soccorso hanno dimostrato che due soli medici, non sempre strutturati, non sono sufficienti a garantire l’assistenza alle cure. Emblematico quanto accaduto due settimane fa quando i medici di turno si sono trovati a dover assistere trenta pazienti in Pronto Soccorso con codici che richiedevano una assistenza entro i quindici minuti. A loro tutela e per quella degli stessi pazienti i due medici avevano richiesto l’intervento del magistrato di turno e di seguito quello dei carabinieri. 
Quella notte, in ogni caso, i pazienti ebbero le cure richieste ma con tempi di attesa prolungati e grande sforzo degli stessi medici che dovevano assisterli.

Il Pronto Soccorso resta l’emergenza ma accanto a quella vi sono anche le difficoltà dei reparti perennemente in sofferenza e per i quali i numeri dei pazienti sono tendenzialmente alti a fronte di quelli dei medici che restano risicati. Sin qui, in attesa del documento ufficiale, le decisioni prospettate durante il vertice. Ma sul tema il dibattito è tutt’altro che sopito. 

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