Brindisi, sfuma il progetto per l'ex mercato coperto del Casale: il Comune revoca la concessione

L'interno dell'ex mercato al rione Casale
L'interno dell'ex mercato al rione Casale
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Venerdì 2 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 07:39

Dopo quasi dieci anni di silenzio, si riapre la partita per l’ex mercato coperto del quartiere Casale, a Brindisi, affidato in concessione nel 2013 alla società Mattia Srl che gestisce il supermercato Dok nello stesso quartiere. L’obiettivo dell’operazione era quello di spostare il supermercato che, fin dalla sua realizzazione, si trova in un punto particolarmente trafficato e dunque pericoloso per attraversamenti e parcheggi. Fino ad oggi, tuttavia, non si è mai riusciti a portare a termine l’operazione e dunque, alla fine, il Comune ha stabilito di revocare la concessione. Verosimilmente per bandire un nuovo avviso pubblico, anche se al momento non è ancora stata presa una decisione al riguardo.

La storia della struttura

Era il 2008 quando l’amministrazione guidata dal sindaco Domenico Mennitti inserì all’interno del Piano triennale delle opere pubbliche il project financing relativo proprio all’ex mercato coperto, con destinazione “attività commerciale e servizi”. Il procedimento si concluse a dicembre del 2013, durante l’amministrazione Consales, quando il project financing fu definitivamente affidato alla società Mattia Srl. Appena un paio di mesi prima della formalizzazione dell’atto da parte del dirigente del settore Lavori pubblici, il consiglio comunale si era espresso favorevolmente rispetto alla realizzazione del supermercato dove sorgevano - e sorgono tutt’oggi - i ruderi dell’ex mercato coperto. Tutto a spese del concessionario che sul progetto avrebbe dovuto investire circa un milione di euro. Un risparmio doppio per le casse comunali, che oltre a non sborsare un centesimo per il recupero dell’edificio, avrebbe evitato la maxi sanzione da un milione preannunciata dalla Corte dei conti per lo spreco di una struttura realizzata e mai entrata in funzione.

Il progetto

La sua realizzazione, su un lotto da 3.500 metri quadri, fu decisa dalla giunta municipale nel lontano 1978 mentre i lavori furono terminati nel marzo del 1982. Costo totale dell’opera, 329 milioni di lire. Da allora, però, tutto la struttura è stata abbandonata al degrado. Nel maggio del 2011, l’amministrazione Mennitti diede il via libera al progetto di ristrutturazione. Somma totale, un milione di euro, con la formula del project financing: il privato esegue i lavori utilizzando fondi propri e così si garantisce la gestione della struttura per un numero di anni congruo alla spesa sostenuta. Qualche settimana dopo, però, tutto fu bloccato. E così è rimasto fino al dicembre 2013, quando il consiglio comunale diede il via libera al progetto. Anche se solo con i voti della maggioranza, visto che nell’occasione il centrodestra aveva abbandonato l’aula. Da allora, tuttavia, l’ex mercato coperto è rimasto in stato di abbandono.

Solo nel febbraio del 2019, infatti, secondo quanto si legge in una recente delibera di giunta, è stata definita la regolarizzazione della procedura di esproprio. Contestualmente, era stato dato mandato al concessionario, ovvero al società Mattia Srl. “la esecuzione delle opere relative alla ristrutturazione e gestione del mercato rionale Casale, la gestione delle attività e dei relativi servizi, connessi al recupero economico attraverso la gestione di tutti i servizi e le aree scoperte”. Secondo quanto previsto dagli accordi, la società avrebbe dovuto presentare il progetto definitivo entro due mesi dalla stipula del contratto, dunque entro la fine di aprile dello stesso anno. Dopo i che, la stessa azienda avrebbe dovuto consegnare il progetto esecutivo entro quindici giorni dalla notifica dell’approvazione del progetto definitivo da parte dello stesso responsabile.

Le posizioni

Le cose, tuttavia, non sono andate in questo modo. E così, il 27 aprile del 2021, due anni dopo la scadenza dei termini per la consegna del definitivo, il Comune ha contestato all’amministratore unico della società il mancato rispetto degli accordi, assegnando quindici giorni di tempo per le eventuali controdeduzioni. Solo a termini scaduti, il 20 maggio scorso, la Mattia Srl ha risposto al Comune “motivando il ritardo maturato, con riferimento alla complessità del progetto ed al periodo di emergenza sanitaria da Covid–19 ed impegnandosi alla consegna dei progetti definitivo ed esecutivo, nel più breve tempo possibile”. Risposta insufficiente, per l’amministrazione, che ha tirato dritto e portato a conclusione, con apposita delibera di giunta, l’iter di revoca della concessione per “gravi inadempienze contrattuali”. Decisione contro la quale verosimilmente la società proverà a presentare ricorso al Tar.

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