Ricercatore ucciso dalla falesia: condannati i vertici di Torre Guaceto

La falesia venuta già uccidendo il ricercatore
La falesia venuta già uccidendo il ricercatore
di Roberta GRASSI
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Venerdì 30 Giugno 2017, 19:18 - Ultimo aggiornamento: 19:19
Il presidente, il direttore e un guardiaparco dell’oasi marina protetta di Torre Guaceto (Brindisi) sono stati condannati a pene fino a 3 anni a conclusione di un processo per omicidio colposo che si è celebrato a Brindisi sulla morte di un ricercatore, Paolo Rinaldi, 29enne di Taranto, rimasto schiacciato a causa di un crollo della falesia. Altri tre imputati sono stati assolti. Condannato anche il Consorzio di Torre Guaceto, in solido con i vertici, al risarcimento del danno nei confronti dei famigliari della vittima. Assolta la società per cui la vittima stava effettuando uno stage. 
Le pene inflitte sono le seguenti: per Vincenzo Epifani, tuttora presidente del Consorzio, ammonta a un anno e sei mesi; per il direttore Alessandro Ciccolella, a 3 anni; per Franco Nicola Marinò, due anni. Assolti Umberto ed Ettore Ruggiero, responsabili della società UniVersus e il dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Brindisi all’epoca dei fatti, Carlo Cioffi. Il giudice Giuseppe Biondi ha deciso una provvisionale di 25mila euro per ciascuno dei parenti della vittima che si sono costituiti parte civile. 
I fatti risalgono all’ottobre del 2010: il costone si sbriciolò e travolse Rinaldi che quel giorno stava effettuando attività di ricerca in località Apani, all’interno dell’oasi marina protetta dove era in atto un progetto di mappatura e di studio del fenomeno dell’erosione del litorale brindisino.
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