Processo al carbone Enel, la Cassazione: sentenza annullata, appello da rifare

Processo al carbone Enel, la Cassazione: sentenza annullata, appello da rifare
di Roberta GRASSI
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Venerdì 2 Ottobre 2020, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 18:22
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d'appello sulle dispersioni di carbone di Enel dalla centrale di Cerano (a sud di Brindisi), con rinvio ad altra corte per valutare i ricorsi degli imputati e della Provincia di Brindisi che oltre al risarcimento del danno ottenuto, chiedeva anche il danno ambientale.
E' quanto contenuto nel dispositivo depositato questa mattina, dopo una lunghissima camera di consiglio.

Si dovrà rifare, insomma, il processo di secondo grado. La procura generale aveva chiesto l'inammissibilità di tutti i ricorsi. In appello il processo si era concluso con la conferma delle due condanne inflitte in primo grado ai manager Enel e con l’estensione dei risarcimenti dovuti dall’azienda, quale responsabile civile, anche ad altri agricoltori proprietari di terreni vicini al nastro trasportatore della centrale Enel di Cerano. Per Antonino Ascione e Calogero Sanfilippo era stata stabilita e confermata una pena di nove mesi di reclusione, a entrambi era stata concessa la sospensione condizionale. Per altri due, Sandro Valery e Luciano Mirko Pistillo, i reati si erano già prescritti quindi c’è stata sentenza di non doversi procedere. Undici erano stati in primo grado gli assolti con la formula “il fatto non sussiste”. Erano quindici in tutto gli imputati. Due i reati contestati: getto pericoloso di cose e danneggiamento aggravato.

“Le difese commentano positivamente l’esito della sentenza della Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso dei due dirigenti di Enel Produzione. Ciò si aggiunge alle assoluzioni degli altri esponenti aziendali coinvolti nei precedenti gradi di giudizio”: è quanto riportato in una nota di Enel Produzione, in riferimento alla decisione della Cassazione.  “Le difese – è specificato - ricordano che a nessun livello aziendale sono mai state mai violate le normative e le autorizzazioni relative alla centrale e che, nel corso dei primi due gradi, i giudici non avevano adeguatamente valorizzato il materiale probatorio che testimoniava l’enorme mole di investimenti (pari ad oltre 700 milioni di euro) costantemente effettuati nel corso degli anni da Enel Produzione presso la Centrale, secondo un processo di miglioramento continuo teso a garantire le migliori performance ambientali dell’impianto”. Infine, riguardo alle istanze dell'unica parte civile il cui ricorso è stato accolto: “In merito alla posizione della Provincia di Brindisi – chiarisce Enel -  si ribadisce l’inesistenza di ogni tipo di danno rivendicato, ivi compreso quello per i profili ambientali, mai emersi durante la lunga istruttoria dibattimentale”.
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