Brindisi, il porto in ripresa: torna ai livelli pre-pandemia

Brindisi, il porto in ripresa: torna ai livelli pre-pandemia
di Francesco TRINCHERA
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Giovedì 28 Ottobre 2021, 05:00

Il mese di settembre sembra sorridere ai traffici passeggeri e merci per l’Autorità di sistema portuale del mar Adriatico meridionale ed il porto di Brindisi, invertendo la tendenza negativa che sembrava caratterizzare gli otto mesi precedenti del 2021. Dall’ente portuale, infatti, hanno reso noto i dati che riguardano complessivamente gli scali di propria competenza. «Nei primi nove mesi dell’anno – si dice - nei cinque scali del Sistema (Bari, Brindisi, Barletta, Monopoli e Manfredonia), sono stati movimentati circa 12,75 milioni di tonnellate di merci». Si tratta di quantitativi che, per l’Authority, si pongono in linea con quelli registrati prima della pandemia ed in crescita rispetto a quanto fatto segnare nel 2020.

La tipologia di merci

Sempre per i cinque porti, le analisi del dipartimento Sviluppo, innovazione e tecnologia basate sui dati del sistema “Port community sistem” fanno registrare «cambiamenti rilevanti rispetto alle tipologie di merci movimentate», con una diminuzione dei flussi delle rinfuse solide e l’aumento del traffico delle merci in colli, nell’ordine di 7,3 milioni di tonnellate (+14,3 percento rispetto al 2019 e +26,5 percento, rispetto al 2020). A questo si lega la crescita dei rotabili imbarcati e sbarcati (nell’ordine di circa 225mila), per un aumento del 12,3 percento rispetto al 2020 e dell’8 percento rispetto al 2019. I numeri maggiori sono di Bari, ma l’aumento percentuale più significativo è a Brindisi, che segna quasi 96mila mezzi per poco più di 3 milioni di tonnellate (+11 percento rispetto al 2019). La stima è che entro la fine dell’anno i due scali raggiungano i 300mila mezzi movimentati.

Il traffico passeggeri

In tema di traffico traghetti, nei porti dell’Autorità di sistema sono transitate 912mila persone, con un aumento del 48 percento a Brindisi. Complessivamente, si registra anche un aumento molto consistente del comparto crocieristico (2.900 percento) rispetto al 2020 (complice l’azzeramento causa Covid dello scorso anno), anche se qui il porto brindisino ha dovuto fare i conti con la mancanza di un terminal provvisorio a Costa Morena Est. Per i primi otto mesi di quest’anno, la situazione a Brindisi era peggiorata proprio dal punto di vista delle rinfuse liquide (in particolare i prodotti chimici) e rinfuse solide (sopratutto minerali, cementi e calci). Restano comunque spiragli importanti in vista del 2022, sia per il traffico merci (alla luce del via a tratte intermodali con il nord Italia) che per quello passeggeri, che risentirà molto dell’efficacia delle norme anti-Covid.
Per il presidente dell’Autorità Ugo Patroni Griffi analizzando i dati dell’ente nei primi nove mesi di quest’anno «e parametrandoli con i risultati conseguiti dagli altri scali non possiamo che essere felici e ottimisti per l’immediato futuro».

Patroni Griffi ha poi aggiunto che «gli effetti del trend di crescita dei nostri porti si ripercuotono nelle attività imprenditoriali che popolano le aree retroportuali e industriali del Sistema dell’Adriatico meridionale». Per quel che riguarda i porti maggiori, (Bari e Brindisi) il numero uno dell’ente portuale ritiene stiano consolidando «il loro appeal, posizionandosi in maniera competitiva sul mercato internazionale».

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