Porto, via libera alla cassa di colmata. Dopo quattro anni arrriva l'ok

Porto, via libera alla cassa di colmata. Dopo quattro anni arrriva l'ok
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Giovedì 24 Giugno 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 07:48

BRINDISI - Concluso con esito favorevole, dopo quasi quattro anni di attesa, l’iter per la Valutazione d’impatto ambientale relativa ai “Lavori per il completamento dell’infrastrutturazione portuale mediante banchinamento e realizzazione della retrostante colmata tra il pontile Petrolchimico e Costa Morena Est”. Un procedimento che ha superato svariate difficoltà, considerato che ad agosto del 2019 aveva scontato il parere negativo da parte della commissione Via. Alla fine, però, dopo una radicale modifica del progetto della cassa di colmata il via libera è arrivato e porta la firma del ministro per i Beni e le Attività culturali Dario Franceschini.
L’autorizzazione è di fondamentale importanza per il porto di Brindisi in quanto consentirà di effettuare i dragaggi nelle aree di Costa Morena, corridoio d’ingresso e Sant’Apollinare. Dragaggi che permetteranno l’accesso allo scalo marittimo e l’ormeggio di navi più grandi ma, soprattutto, la realizzazione dei nuovi accosti a Sant’Apollinare. Lo scopo della cassa di colmata, infatti, è proprio quello di contenere i fanghi ed i sedimenti dragati.
Ad agosto del 2019, come detto, la commissione Via aveva espresso parere negativo in mancanza della documentazione integrativa richiesta al proponente, ovvero l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, dell’esito delle caratterizzazioni dei sedimenti nelle aree interessate dai dragaggi che si trovano all’interno del Sito di interesse nazionale per le bonifiche di Brindisi. L’Authority, infatti, riteneva che fossero sufficienti i sondaggi del 2009. Alla fine, tuttavia, l’ente ha dovuto effettuare nuovamente le caratterizzazioni, che hanno sostanzialmente confermato l’esito delle precedenti analisi.
In realtà, tutto questo non sarebbe stato sufficiente di fronte alle criticità progettuali evidenziate dal ministero per i Beni e le Attività culturali, che hanno costretto l’Autorità di sistema a sostanziali modifiche al progetto sulla base delle prescrizioni della Soprintendenza per l’archeologia, le belle arti ed il paesaggio di Brindisi e Lecce.

Le correzioni

Il cosiddetto “Progetto 2020”, infatti, prevede una riduzione del volume e della superficie della cassa di colmata (da circa 167mila a circa 144mila metri quadri), l’aumento dell’ampiezza del nuovo canale di 85 metri rispetto a quanto inizialmente previsto, la riduzione di cento metri del fronte di accosto della banchina e l’incremento della superficie permeabile. Non solo. In linea con le previsioni del Pptr, infatti, sono state previste anche opere di riqualificazione paesaggistica, ritenute comunque insufficienti dalla Soprintendenza. Queste opere, scrive infatti, “possono intendersi solo in parte come opere di compensazione e pertanto non sono ritenute sufficienti a compensare il sacrificio che la realizzazione di una colmata pari a circa 14,4 ettari dello specchio acqueo, accanto ad una spianata incolta di dimensioni paragonabili comporterebbe sul contesto paesaggistico di riferimento”. Il ministero, tuttavia, ha ritenuto la realizzazione di un’area verde da 50mila metri quadri, fruibile al pubblico, compatibile con le previsioni del Pptr ed ha dato il proprio via libera.
E così, ad aprile, la commissione Via, ritenendo superata la criticità delle mancate integrazioni rispetto alla caratterizzazione dei fondali, ha certificato che “il progetto definitivo della cassa di colmata – di dimensioni più ridotte rispetto al progetto iniziale – completo di interventi di riqualificazione paesaggistica, così come prefigurati e descritti nella documentazione trasmessa dall’Autorità di sistema portuale con nota del 22 marzo 2021, non è tale da richiedere ulteriori valutazioni”.
Il passaggio finale, dunque, era la firma del decreto Via da parte del ministro Franceschini, che è arrivato lunedì e che esprime “giudizio positivo di compatibilità ambientale sul progetto”.

Giudizio subordinato al rispetto delle prescrizioni imposte dalla commissione Via e dallo stesso ministero per i Beni e le attività culturali.

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