Crollo delle recinzioni al porto: chiesto il processo per quattro

Crollo delle recinzioni al porto: chiesto il processo per quattro
di Erasmo MARINAZZO
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Venerdì 16 Dicembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 03:58

In quattro ingegneri rischiano il processo per i crolli delle recinzioni realizzate nella zona portuale di Costa Morena Ovest. Per i crolli del 5 febbraio e 29 dicembre 2016, 18 gennaio 2018, 25 febbraio e 10 luglio 2019, nonché 4 e 6 gennaio 2020. Con pericolo per l’incolumità pubblica, sostiene il capo di imputazione. 
Ha chiesto il rinvio a giudizio il pubblico ministero della Procura di Brindisi, Raffaele Casto, per l’ipotesi di reato di crollo di costruzione colposo e in concorso, per Guido Fiorini, 66 anni, di Verona, progettista e direttore dei lavori; Maria Pia Fischetto, 35 anni, di Brindisi, progettista e direttore dei lavori per conto dell’impresa Technital; Gianluca Fischetto, 47 anni, di Brindisi, direttore dei lavori nominato in sostituzione di Fiorini; e Francesco Di Leverano, 56 anni, di Brindisi, responsabile unico del procedimento avviato con la gara bandita dall’Autorità Portuale di Brindisi, con decreto del 25 novembre del 2009 a firma dell’allora presidente Giuseppe Giurgola .
Se mandare gli imputati a processo o se emettere una sentenza di non luogo a procedere l’avrebbe dovuto stabilire ieri la giudice per l’udienza preliminare Stefania De Angeli, ma è stato necessario disporre un rinvio per indisponibilità di uno degli avvocati difensori. Si tornerà in aula il 9 febbraio per la requisitoria del magistrato titolare dell’inchiesta e per le arringhe degli avvocati difensori Massimo Manfreda, Vito Epifani e Francesca Mazzotta.

Le ipotesi di reato

Secondo la ricostruzione dell’accusa - che tale resta fino al contradditorio con le difese e fino a sentenza definitiva, i crolli sarebbero stati causati da imperizia, imprudenza e violazione delle leggi e delle discipline che regolano i lavori pubblici. A cominciare dalla fornitura dei New Jersey: “Fessurati, danneggiati e non idonei all’installazione”. Ed ancora, la ricostruzione della Procura parla anche di mancanza di armatura interna: “Rottura dei new-jersey determinata dall’azione esercitata dal vento sulla rete sovrastante”, sostiene il capo di imputazione. “Con conseguente pericolo per una cerchia indeterminata di persone: passeggeri stazionanti o in cammino lungo le corsie di imbarco per il cosiddetto traffico Schengen dal piazzale antistante il terminal, autotrasportatori durante le fasi imbarco e/o sbarco, riservato alla sosta temporanea delle automobili e dei mezzi in attesa di imbarco o provenienti dallo sbarco di fruitori dei servizi del terminal, personale delle forze dell’ordine e delle amministrazioni operanti, operatori portuali e delle imprese appaltatrici. Derivando da quei fatti pericoli per la pubblica utilità».
Citata come parte offesa, non si è costituita per il momento l’Autorità del sistema portuale, poiché la perizia disposta dal giudice civile parla di errore di progettazione strutturale .

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