La fogna finisce in mare: rischio inquinamento attorno al parco

La fogna finisce in mare: rischio inquinamento attorno al parco
di Salvatore MORELLI
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Domenica 12 Settembre 2021, 05:00

BRINDISI - Una puzza di fogna ammorba da qualche giorno l’aria del parco Cillarese, sollevando la protesta di alcuni frequentatori - come anche alcuni abitanti del vicino quartiere Minnuta - che non hanno avuto difficoltà ad intuire che la causa era relativa allo sbocco nel canale di reflui d’acqua (contenenti a vista sostanze di natura non certo limpide) finiti chissà come in una condotta laterale che sbuca dal versante che conduce alla strada dei Pittachi. Una corsa, quella di questa cloaca a cielo aperto, che finisce con i suoi liquami nelle acque interne del porto dove trova fine il Seno di Ponente. 
Un angolo verde di Brindisi per niente fortunato negli ultimi tempi dopo lo sversamento (accidentale) in mare - avvenuto lo scorso 9 agosto con 300 litri di gasolio navale - mentre era in corso un rifornimento a carico di una nave militare ormeggiata presso il Comando ubicato nel castello Svevo. La bonifica di quel tratto di mare era stata comunque immediata grazie all’intervento della Capitaneria di porto e di alcune ditte specializzate che avevano predisposto una barriera antinquinamento per cercare di arginare una grande chiazza oleosa che era inoltre finita nell’alveo del canale Cillarese. Dal petrolio alla fogna. Certo è che l’inquinamento delle acque interne al porto continua a destare in città altre preoccupazioni: lo sversamento nel Cillarese avviene ormai sistematicamente da diverse giorni con litri e litri di acqua nera che hanno lasciato nell’alveo del canale chiare tracce del suo passaggio. Luogo, inoltre, dove è sistematica la presenza di uccelli acquatici. 

L'inquinamento

In merito allo sversamento di “Marine Diesel Oil” (un combustibile realizzato con miscele di idrocarburi) non erano mancate le proteste da parte degli ambientalisti locali sugli gli effetti delle esalazioni e i danni legati alle precipitazioni della sostanza oleosa su un fondale marino che era costato milioni di euro nel corso di una bonifica (avvenuta solo pochi anni fa) relativa ai fanghi contenenti metalli pesanti che si erano man mano accumulati nel porto interno. Sono comunque diverse le sanzioni amministrative e pecuniarie che si possono applicare in difesa dell’ambiente marino, come anche le diffide. Intanto, i liquami che finiscono nell’alveo del Cillarese continuano la loro corsa verso il mare. “A volte quella puzza di fogna arriva anche alle nostre abitazioni”, ha raccontato un residente del quartiere Minnuta, frequentatore anche del parco Cillarese. “Non sono al corrente se qualcuno ha presentato denuncia in merito allo sversamento dei liquami, ma questa storia va avanti già da qualche giorno”. Un caso isolato? Per niente. Più volte nel porto interno - relativo in questo caso al Seno di Levante - altri sversamenti di liquami hanno più volte interessato la banchina dell’ex stazione marittima a causa di un condotta sotterranea che si riconduce a via Del Mare. 
Diversa, per causa pioggia, è la situazione che si presenta da tantissimi anni lungo la banchina di via Amerigo Vespucci (proprio di fronte al castello Svevo) a causa di alcuni pozzetti che non reggono alla pressione dei reflui quando scoppia un temporale.

Il risultato? Un allagamento di acqua putrida non permette nemmeno il passaggio delle auto nei pressi di una curva (tant’è che la strada viene chiusa al traffico) riversandosi poi nel mare attraverso una condotta che passa sotto il manto stradale. 

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