Niente più convenzione, niente più cambio di destinazione d’uso. Niente più trattative sulla riapertura al pubblico del monumento. Idealmente, è questo il messaggio contenuto nella Pec inviata domenica mattina al Comune di Oria, in provincia di Brindisi, dalla Borgo Ducale, società proprietaria del Castello Svevo che, di fatto, “scarica” l’amministrazione guidata dalla sindaca Maria Lucia Carone. Insomma, niente convenzione. Meglio: niente più richiesta di cambio di destinazione d’uso, con tanto di richiesta, al contrario, di «annullamento e archiviazione dell’istanza».
Lo stop della proprietà
Nelle scorse ore, la proprietà privata del monumento ha voluto, quindi, interrompere le trattative con il pubblico, ovvero l’amministrazione, “stoppando” sul nascere la famosa convenzione che, in tempi stretti, avrebbe portato alla riapertura al pubblico subordinata al cambio di destinazione d’uso dello stesso e quindi consentire, al fianco di mostre e visite, l’uso del Castello come sala ricevimenti. Possibile che la proprietà sia stanca di polemiche e burocrazia, di chiacchiericcio e strumentalizzazioni. Di infinite lotte politiche tra opposizione e maggioranza di cui, dicono i bene informati, la famiglia Romanin Caliandro è ormai stufa. Esausta.
La richiesta al sindaco
Per altro, la scorsa settimana, otto cittadini, tra cui quattro consiglieri comunali, hanno intimato via protocollo alla sindaca Carone di chiedere i danni alle persone condannate in sede penale, a vario titolo, tra il 2016 e il 2019, per gli abusi edilizi commessi durante i lavori di ristrutturazione del Castello che, nel 2011, portarono al sequestro del maniero.
Le ipotesi future
Ad ogni modo, se la convenzione, come sembra al momento, non dovesse mai superare lo status di bozza, per la riapertura del Castello resterebbe in piedi una terza via, già tracciata, oltre che dalle associazioni, dalla senatrice del gruppo misto Margherita Corrado e dai consiglieri Regionali pugliesi Maurizio Bruno e Paolo Pagliaro. Una strada che, tra interrogazioni e audizioni, tra Roma e Bari, porterebbe al riconoscimento di monumento di interesse eccezionale del maniero e che, quindi, “costringerebbe” in qualche modo la proprietà ad una apertura al pubblico dello stesso. Strade contorte, forse più di un semplice accordo tra Comune e proprietà su cui entrambe le parti, lo testimoniano i comunicati delle scorse settimane, sembravano puntare. E su cui ora Borgo Ducale ha deciso di fare un deciso passo indietro.