Brindisi, no ai silos decorati: ora spunta il progetto di una foresta galleggiante nel porto

Brindisi, no ai silos decorati: ora spunta il progetto di una foresta galleggiante nel porto
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Mercoledì 20 Luglio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:02

L’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale firma il contratto con l’artista Guido Van Helten. Ma anche se l’idea era partita da Brindisi, dall’attuale presidente di Confimprese Italia del capoluogo, non riguarderà la città messapica. Ad ospitare le opere dell’artista australiano saranno solo i silos del porto di Bari. Non quelli che si affacciano sul Seno di Levante dello scalo marittimo brindisino.
Ad annunciarlo è stato il presidente dell’Authority Ugo Patroni Griffi, pubblicando sul suo profilo Facebook un articolo su Van Helten con il commento: «Contratto firmato. Prossimamente, sui nostri silos». Il “nostri”, tuttavia, si riferisce solo a Bari perché i proprietari dei silos nel porto di Brindisi non avrebbero dato la disponibilità. Questo nonostante l’impegno profuso sia dall’ideatore del progetto di arte di strada “BrundArt” che dall’assessore al Marketing territoriale Emma Taveri.

Il no della società

La struttura appartiene ad una società che produce mangimi: la “Mignini & Petrini”, il cui stabilimento brindisino, si legge sul sito dell’azienda, “situato direttamente sul porto, ha in sé due anime, una dedicata all’impresa portuale e l’altra alla produzione di alimenti zootecnici. L’impresa portuale, con uno stoccaggio di 500.000 quintali, rispecchia la filosofia Mignini&Petrini, nella sua gestione e soddisfazione del cliente. L’attività mangimistica è particolarmente dedicata alla produzione di mangimi sfusi destinati agli allevamenti zootecnici del Sud italia. La produzione annuale è pari a 300.000 quintali”.
Era stato proprio Patroni Griffi, un anno fa, ad annunciare che un tassello di quel progetto, ovvero “NaftArt”, sarebbe diventato realtà. «Presto - aveva detto infatti durante una conferenza stampa sulla cassa di colmata e sul pontile a briccole parlando dei porti come attrazioni turistiche - faremo una riunione, alla quale ho invitato l’assessore al Turismo Taveri e l’amico Paolo Taurino che per primo ha avuto questa idea. Perché siccome abbiamo contattato il più grande artista oggi vivente esperto di decorazione di silos, che verrà a decorare i silos di Bari, stiamo valutando di fare anche quelli di Brindisi.

Perché la gente si muove per vedere le opere di questo artista, Guido Van Helten». Uno dei lavori più celebri di Van Helten, infatti, è stato realizzato a Brim nello stato di Victoria, in Australia, su enormi silos e rappresenta quattro anonimi agricoltori, uomini e donne, di differenti età.

Il progetto alternativo

Ma il fatto che solo i 16 silos “prescelti” nel porto di Bari potranno ospitare la street art dell’artista di Canberra non significa che per lo scalo di Brindisi non ci siano altri piani. Tra le varie opzioni in campo, c’è in corso una interlocuzione con l’architetto e urbanista Stefano Boeri, che tra i tanti lavori ha sviluppato importanti progetti di riqualificazione di fronte-mare a livello europeo, tra i quali i porti di Marsiglia, Genova, Salonicco, Mitilene, Napoli, Trieste, La Maddalena. E che è celebre anche per il “Bosco verticale” realizzato nel quartiere Isola di Milano.
Allo stato attuale, l’interlocuzione in corso ha lo scopo di verificare la fattibilità tecnica della “floating forest” in ambito portuale. Ma di cosa si tratta? Come dice il nome, di una vera e propria foresta galleggiante, un ecosistema indipendente composto da 610 alberi e più di 30 specie. L’installazione, realizzata in collaborazione con Timberland, è stata posizionata sulla Darsena di Milano in occasione del Fuorisalone a giugno di quest’anno. A realizzarla, come detto, Stefano Boeri Interiors, lo studio multidisciplinare fondato da Giorgio Donà e Stefano Boeri.
Un’occasione persa come quella dei murales di Van Helten, quindi, potrebbe comunque rappresentare un’occasione di sviluppo, in termini turistici e culturali, del porto brindisino. La speranza, dunque, è che l’interlocuzione si riveli un successo e che la “floating forest” si possa replicare anche nel capoluogo messapico.

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