Il grande imbroglio/ Al posto dell'Iphone rifilavano scatole di riso: in tre scoperti e denunciati per truffa

Il grande imbroglio/ Al posto dell'Iphone rifilavano scatole di riso: in tre scoperti e denunciati per truffa
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Venerdì 8 Gennaio 2021, 14:20 - Ultimo aggiornamento: 16:02

BRINDISI - Da Napoli a Brindisi, per mettere a segno una truffa d'oro. A scoprirla gli agenti della Polizia di Frontiera, che ha fermato una banda di cittadini italiani che realizzavano, nel porto di Brindisi, delle finte vendite di Iphone 11 a dei malcapitati acquirenti che in realtà venivano truffati. Nei guai sono finiti in tre: tutti di origine partenopea (V.B., M.B. e P.P) e tutti con alle spalle dei precedenti.

Le indagini hanno preso il via a seguito del raggiro messo a segno dal gruppo ai danni di un cittadino albanese, al quale gli indaganti avevano venduto un un “Iphone 11 Pro Max”, del valore commerciale di 1.400 euro, al prezzo di 250 franchi svizzeri. Tuttavia, al malcapitato, invece dello smartphone, veniva consegnato, in un borsello di similpelle, un pacco di riso sottovuoto di 500 grammi. La squadra di Polizia Giudiziaria, diretta dal Vice Questore dr.ssa Stefania OCCHIONI, raccolta la denuncia, ha svolto un’accurata attività investigativa per individuare gli autori della truffa ed evitare così il ripetersi di tali condotte.

Così nel mirino è finita una Fiat Panda con a bordo i tre finti venditori.

In particolare, ad insospettire gli agenti è stata la condotta del B. V., il quale indossava un gilet arancione ed aveva il capo coperto da un casco da cantiere, che si aggirava tra gli automezzi in sosta probabilmente alla ricerca di potenziali clienti da truffare. Per tale ragione, il mezzo condotto veniva ispezionato e nel bagagliaio dell’auto si trovavano 11 borselli e 4 pacchi di riso sottovuoto di 500 grammi ciascuno, identici a quelli utilizzati per raggirare il cittadino albanese. Inoltre, si rinveniva anche un Iphone 11 Pro Max uguale a quello utilizzato per raggirare la vittima con annessa la relativa scatola oggetto della vendita fittizia. Per tali motivi, veniva sequestrato il materiale rinvenuto all’interno dell’autovettura e, contestualmente, il B.V., il B.M. ed il P.P. erano deferiti in stato di libertà, ed in concorso tra loro, alla Procura della Repubblica di Brindisi per truffa nei confronti del malcapitato cittadino straniero.

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