«Vivere civilmente in centro? A Brindisi non è possibile, anche per colpa del Comune»: è quanto sostengono gli aderenti, una sessantina, al Comitato denominato proprio “Vivere civilmente in centro” che da un anno cercano risposte nelle istituzioni, con esposti alla magistratura e segnalazioni e richieste di intervento, nel rispetto di leggi e regolamenti che, senza impedire le attività commerciali collegate alla cosiddetta movida, garantiscano anche i diritti dei cittadini residenti.
La protesta
«Nell’ultimo decennio i centri storici della nostra Puglia hanno trainato lo sviluppo di un turismo sempre più “lento” interessato cioè a godere l’esperienza di luoghi unici, di piazze e vicoli allestiti a tema nei diversi periodi dell’anno con colori e luci diverse, con la straordinaria aggiunta di un’offerta enogastronomica, di riferimenti storici e di manifestazioni culturali. A Brindisi, purtroppo, le cose stanno andando diversamente, almeno in una parte del centro storico. All’imbrunire, per buona parte della settimana di inverno e tutte le sere durante il periodo estivo, il quadro che si presenta è il seguente: i luoghi individuati dal Comune di Brindisi per l’esercizio di attività all’aperto attraverso l’occupazione di spazio pubblico con realizzazione di dehor si trasformano in vere e proprie cloache a cielo aperto dove si sparano abitualmente fuochi d’artificio; la musica all’esterno dei locali non si distingue da una discoteca, anche con la presenza dei dj (diverse rilevazioni Arpa certificano gravissime violazioni dei limiti inquinamento acustico sino a 80 decibel).
L'esposto in Procura
I residenti in centro hanno in più occasioni segnalato condotte illegittime in materia di inquinamento acustico, oltre che occupazione selvaggia e abusiva degli spazi pubblici. Tant’è che nel luglio 2021 avvalendosi della collaborazione professionale dell’avvocato Francesco Monopoli presentarono un esposto alla Procura presso il Tribunale di Brindisi. «Quell’esposto ha portato ad una indagine che ha interessato le collaborazioni della questura, polizia municipale e tecnici Arpa per le rilevazioni delle emissioni acustiche. Le rilevazioni hanno certificato gravissime violazioni del diritto al riposo ed a compiere attività presso le proprie abitazioni sancito dall’articolo 659 del Codice penale», scrivono i residenti del Comitato “Vivere civilmente in centro”. Trascorso ormai un anno, senza che si siano registrati significativi miglioramenti, eccezion fatta per i giorni il cui i locali sono stati espressamente diffidati dal Comune a fare musica all’esterno (una settimana nel mese di giugno), «la situazione è peggiorata, ed è stata segnalata con esposti e prove documentali audio e video eseguite dalle camere da letto o balconi di casa attestanti che la situazione è addirittura peggiorata, in particolare dal giorno di emanazione della nuova ordinanza comunale con la quale il sindaco ha ritenuto opportuno derogare alla normativa vigente nei giorni venerdì e sabato sino all’una di notte e la domenica sino a mezzanotte. Dopo l’emanazione dell’ordinanza si è scatenata una competizione tra alcuni locali già identificati dall’Arpa nelle indagini in corso a seguito dell’esposto presentato nel luglio 2021», segnalano i residenti. «Siamo pronti a presentare un nuovo esposto alla Procura e una lettera al prefetto con l’invito a valutare la questione divenuta oramai di ordine e sicurezza pubblica. È inaccettabile che nonostante gli incontri fatti con i residenti e i gestori dei locali da parte del Comune, gli esercenti abbiano frainteso il senso delle ordinanze, quella sui dehors e quella in deroga. Hanno continuato a usare come discoteca con musica fuori controllo. A questo punto vanno assunti da parte delle istituzioni locali, in primis Comune e questura, urgenti provvedimenti per fare fronte a un delirio di inquinamento acustico fuori controllo e fuori legge», concludono i componenti del Comitato.