BRINDISI - Antonio Maria Martini era in cura per alcuni problemi che si erano aggravati negli ultimi tempi, ma nessuno immaginava che le sue condizioni di salute si potessero aggravare in pochi giorni, fino all’arrivo della notizie del decesso arrivata ai suoi amici brindisini nelle prime ore di ieri. E la Pasquetta è stata una giornata triste per quanti lo ricordano sempre impegnato a creare gioia nelle comitive, a proporsi con garbo, classe innata e stile misti a umiltà e a un sorriso.
La carriera
Lo stilista brindisino aveva cominciato il suo percorso professionale studiando prima all’Accademia delle Belle Arti di Firenze e, dopo un girovagare tra aziende italiane ed europee della moda, era approdato al Parson school of designer di New York, dal 1979 al 1982. Negli Stati Uniti d’America ottenne la sua consacrazione diventando prima l’assistente e poi il direttore creativo di Oleg Cassini,noto per essere stato negli anni Sessanta lo stilista personale dell’attrice Audrey Hepburn e della first lady Jacqueline Kennedy.Fu proprio Cassini a dare ad Antonio Saponaro il nome d’arte di Antonio Maria Martini.La collaborazione con Cassini durò per molti anni. Poi Martini scelse di portare la sua creatività in Cina, dove, nel 1992, fu il primo stilista italiano a portare le sue creazioni in passerella. A Pechino rimase per più di 10 anni avviando una serie di attività, lanciando negozi e puntando sulla lavorazione del cashmere. Grazie alla notorietà ottenuta, partecipò come attore a una serie televisiva di successo. Dal 2005 si trasformò in consulente strategico di molte aziende della moda che operavano tra l’Europa e la Cina.Negli ultimi anni, prima della pandemia, ha vissuto tra l’Italia e la Cina, dove tornava 3 o 4 volte l’anno per partecipare in veste di presentatore a eventi del fashion. Nel frattempo si era anche intensificata la sua presenza a Brindisi, città che continuava ad amare e a considerare la sua vera casa nonostante avesse sempre vissuto in giro per il mondo.