Mise in fuga il rapinatore: proposta la benemerenza all'impiegato

Stefano Cappelli, ferito al capo, con il prefetto Valerio Valenti (a destra) e l'allora commissario iSanti Giuffrè
Stefano Cappelli, ferito al capo, con il prefetto Valerio Valenti (a destra) e l'allora commissario iSanti Giuffrè
di Roberta GRASSI
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 8 Agosto 2018, 07:50
Non solo il plauso della città, ma anche la pubblica benemerenza. Che potrà essere conferita dal ministro dell’Interno (o nel caso di medaglie dal Presidente della Repubblica) a Stefano Cappelli, il dipendente della farmacia comunale di Brindisi che reagì a un tentativo di rapina e che riuscì a sventarla, rimediando un fendente al volto.
L’iter è stato avviato, all’insaputa del futuro probabile beneficiario. Come per prassi, la questione è passata al vaglio della giunta comunale prima di giungere in quel di Roma per il vaglio conclusivo. A dare l’input è stato il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Giuseppe De Magistris, che si è rivolto alla prefettura.
Il prefetto Valerio Valenti, a fine giugno ha comunicato al Comune di aver avviato l’istruttoria “per il coraggio dimostrato in occasione della rapina a mano armata avvenuta il 16 febbraio 2018 ai danni della farmacia comunale presso cui Cappelli è dipendente”.
“Dalla ricostruzione dei fatti – si specifica – riferita nella nota del comando provinciale dei carabinieri di Brindisi, si  evince che Cappelli è intervenuto coraggiosamente tentando di bloccare il malvivente dal quale è stato colpito ripetutamente alla testa con un’arma da taglio e ha riportato diverse ferite diagnosticate dai sanitari dell’ospedale Perrino di Brindisi con una prognosi di 25 giorni”.
I fatti come si diceva risalgono allo scorso febbraio. Poco prima delle 19 un uomo con il volto coperto da casco fece irruzione nei locali di via Grazia Balsamo. Un complice attendeva fuori, in moto, sempre con il casco in testa.
Il rapinatore entrato in azione era armato di coltello. All’interno della farmacia c’era un carabiniere libero dal servizio che intervenne coraggiosamente per fermare il bandito e riportò una ferita alla mano.
Anche il dipendente della farmacia reagì, nel tentativo di impedire all’assalitore di raggiungere la cassa, ma soprattutto con l’intenzione di proteggere da qualsiasi tipo di pericolo la gente che si trovava all’interno della rivendita.
Fu ferito anche lui, sempre con il coltello. Riportò diverse ferite alla testa.
Il bandito fuggì e fece perdere le proprie tracce. Né lui, né il complice che lo aspettava fuori sono mai stati identificati. L’assalto non fu “consumato”, non fruttò alla coppia neanche un cent. Per fortuna non vi furono altre persone ferite.
Per terra rimasero alcune chiazze di sangue, nell’aria un’atmosfera di terrore che ci mise del tempo per dissolversi.
L’episodio non è stato dimenticato. E ora, sebbene manchi ancora l’identificazione e la cattura dei responsabili, si procede con l’iter per la concessione di pubbliche benemerenze.
Le ricompense al valor civile, è riportato sul sito ufficiale del ministero dell’Interno sono concesse per “premiare atti di eccezionale coraggio che manifestano evidente virtù civica e per segnalarne gli autori come degni di pubblico onore”.
Consistono in una medaglia d’oro, d’argento o di bronzo, nonché in un attestato di pubblica benemerenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA