Errico: «Sul rigassificatore a Brindisi nessun confronto possibile con il passato»

Errico: «Sul rigassificatore a Brindisi nessun confronto possibile con il passato»
di Francesco TRINCHERA
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Lunedì 28 Febbraio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10:10

BRINDISI - «Non ci sono le condizioni per mettere a raffronto la situazione di ieri, quando sono state prese le decisioni, con quella di oggi». Michele Errico, anche nelle vesti di presidente della Provincia, è stato uno di quelli che, nei primi anni 2000, si oppose in maniera più importante alla realizzazione del terminal di British Lng a Brindisi ma non rinuncia a quella che identifica come una riflessione sui possibili riverberi che questo sta avendo al giorno d’oggi la questione degli impianti legata a quella della crisi energetica, prospettando la possibilità che alle condizioni attuali si sarebbe spinto per una location diversa. 

La vicenda


In questi giorni un suo successore in via Annibale De Leo come Massimo Ferrarese aveva prospettato il mancato sì all’impianto come un’occasione perduta ma Errico (che comunque ha sottolineato di non voler essere polemico) ha sottolineato che proprio in questi giorni sta “riflettendo moltissimo riguardo questo problema”, pur fissando dei punti fermi che lo portano a non rinnegare le scelte compiute in passato. «Le condizioni di oggi – ha esordito Errico – sono completamente diverse da una normalità di giudizio che si può dare rispetto a questo argomento». Negli anni passati, ha evidenziato ancora, «ci trovavamo in una situazione in cui bisognava scegliere il tipo di sviluppo che si doveva dare a Brindisi e proprio per questo era stata presa la decisione di esprimersi in modo contrario alla proposta di British Gas in quanto per noi – ha specificato ancora l’ex sindaco – realizzare l’installazione dove loro avevano proposto non era congeniale». 

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Errico, in questo contesto, ha individuato due ordini di motivi per guardare con occhi diversi ad oggi rispetto a quanto accadde anni fa, ad esempio dal punto di vista ambientale in quanto «già allora – ha proseguito - parlavamo di transizione ecologica utilizzando le stesse parole, confrontandoci ad esempio con Angelo Consoli, studioso brindisino nel campo dell’energia e che collabora con l’economista Jeremy Rifkin». 
Oggi, però, vista la particolarità della situazione, anche nell’ottica del futuro dell’Europa «forse la situazione ci porterebbe ad avere un atteggiamento un po’ diverso», prospettando la realizzazione dell’impianto in un sito diverso rispetto a quello voluto da British Gas. «All’ambasciatore inglese che ci venne a trovare – ha ricordato - offrimmo altre soluzioni per l’installazione del rigassificatore». Errico ha sottolineato, infatti, che era stata prospettata al diplomatico una cartina dettagliata del territorio brindisino, «dove indicavamo dei siti nei quali questo problema poteva essere affrontato in maniera diversa, sia dal punto di vista della politica portuale che dal punto di vista della sicurezza, in particolar modo insistemmo per mettere nel documento programmatico comunale il problema del porto industriale a Cerano».
Proposte che però, ha ribadito l’ex presidente della Provincia, «ha incontrato la contrarietà dell’ambasciatore che continuava a insistere per la location di Capobianco, dal nostro punto di vista inaccettabile soprattutto per la presenza di impianti a rischio rilevante e pregiudiziale per una procedura di Valutazione di impatto ambientale». Un discorso che, quindi, si può affrontare oggi come allora solo in una posizione diversa: «D’altra parte – è la chiosa – in Italia abbiamo anche rigassificatori offshore, e negli Stati Uniti sono quasi tutti così. Le soluzioni si sarebbero potute trovare sia con la buona volontà delle istituzioni che, soprattutto, degli inglesi». Più in generale, l’ex numero uno di via Annibale De Leo ha rivendicato la volontà di portare avanti battaglie anche contro la volontà popolare, come quella da lui intrapresa nel 1995 contro il carbone, tenendo comunque il faro sulla tutela dell’ambiente.

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