Marinaio morto a Brindisi, l'autopsia: ucciso da un unico proiettile

Marinaio morto a Brindisi, l'autopsia: ucciso da un unico proiettile
di Salvatore MORELLI
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Venerdì 13 Agosto 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:11

È stato solo un colpo di pistola, secco, ad attraversare la testa da parte a parte del marinaio 21enne G.A.G., provocandone la morte immediata. Il dettaglio, l’unico al momento, è emerso in seguito all’autopsia eseguita mercoledì dal medico legale incaricato dalla Procura di Brindisi Antonio Carusi (alla presenza del collega abruzzese Raffaele Ciccarese, per conto della famiglia del giovane) presso il cimitero comunale. Null’altro su quello che si presenta come un giallo, nato in seguito a un incidente, avvenuto venerdì 6 agosto a bordo del pattugliatore della Marina militare “Staffetta” ormeggiato nel porto di Brindisi. Intanto, la salma del militare è stata consegnata alla famiglia, presente nei giorni scorsi in città anche per visitare il luogo dell’incidente. Un momento drammatico quello consumato sulla banchina del comando militare di Brindisi. Oggi l’ultimo saluto al 21enne avverrà in mattinata a Lanciano alla presenza di un picchetto militare, presso la chiesa parrocchiale “Spirito Santo”.

Il ritrovamento

Venerdì scorso, il corpo del marinaio era stato trovato riverso per terra in una pozza di sangue e a poco era valso l’intervento dei soccorritori del 118. Poco distante, una pistola e un bossolo, finiti poi nelle mani dei carabinieri del Nucleo investigativo di Brindisi. A rendere pubblica la triste notizia era stato il Comando Marina sud di Taranto, insieme a un mistero che ora accompagna la morte del giovane: quell’arma non era in dotazione al marinaio volontario, in ferma prefissata di un anno. Nelle ore successive, un fascicolo era stato poi aperto per istigazione al suicidio.

I dubbi della famiglia

La famiglia del giovane (che ora chiede di conoscere tutta la verità su questa vicenda, originaria del Foggiano ma da molti anni residente a Lanciano, in Abruzzo) ha incaricato l’avvocato Daniela Giancristofaro per fare chiarezza su quanto accaduto quel giorno. La professionista abruzzese, presente mercoledì scorso a Brindisi per alcuni accertamenti in Procura e per seguire le fasi che hanno riguardato l’autopsia del 21enne, è ora in attesa di eventuali sviluppi alle indagini in corso. «Siamo ancora all’oscuro di quanto accaduto quel giorno a bordo della nave, ma l’ipotesi del suicidio è da escludere». Sono stati i carabinieri a consegnare alla famiglia del marinaio un avviso di indagini per istigazione al suicidio. L’ipotesi potrebbe quindi allargarsi a un caso di “nonnismo”.

Ora, come spera anche l’avvocato Giancristofaro, dettagli sull’incidente potrebbero emergere da alcune testimonianze raccolte subito dopo l’incidente a bordo della nave e tra i commilitoni del 21enne. Utili per cercare di individuare le dinamiche che hanno provocato l’incidente.

Il dolore della sorella

Sulle pagine di Facebook, a chiedere giustizia sulla morte del militare della Marina è stata la sorella del giovane, presenta anche lei in città, che in un lungo e drammatico racconto ha scritto dopo la terribile notizia: «È morto mio fratello. Non so come, non so quando, non so perché. Ho un forte dolore nel cuore. Perché nessuno parla di cos’è successo dietro le quinte? Si sono riempiti la bocca con la parola “suicidio”. La famiglia sa che lì quell’arma non doveva esserci. La famiglia sa che mio fratello non aveva un porto d’armi e che si teneva lontano da cose pericolose».

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