Stabilimento Intel a Brindisi, la rosa di candidati si accorcia. Ma la scelta slitta al 2022

L'area individuata per la realizzazione dello stabilimento Intel
L'area individuata per la realizzazione dello stabilimento Intel
di Francesco TRINCHERA
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Giovedì 23 Dicembre 2021, 05:00

Ci sarà da aspettare il 2022 per sapere quale territorio beneficerà dell’investimento che Intel intende realizzare in Europa e per il quale le istituzioni di Brindisi hanno mostrato più volte il loro interesse. Secondo quanto riportato negli ultimi giorni, infatti, l’azienda di microchip starebbe vagliando le opzioni proposte dai diversi Stati.

Tra le candidature forti, soprattutto per quel che riguarda la produzione dei processori, quelli di alcuni “lander” tedeschi a forte vocazione industriale, anche se resta aperta la possibilità di realizzare uno stabilimento secondario dedicato all’assemblaggio (il cosiddetto “packaging”) per la quale una zona all’interno del territorio italiano potrebbe avere maggiori chance. In questo contesto, in ogni caso, tra le location che il governo si prepara a candidare, la rosa sarebbe ridotta a cinque luoghi, tra i quali tre sarebbero quelli in territorio pugliese, anche se al momento vige ancora uno stretto riserbo da parte dell’istituzione di via Nazario Sauro. Tra le ipotesi circolate in questo senso, si parla di una location nel Barese e due nel Salento (non si conosce la zona esatta che dovrebbe essere interessata). Nella rosa di nomi, sempre secondo quanto è circolato di recente, figurerebbero anche un’area del Veneto ed una della Lombardia.

L'ipotesi Brindisi

In ogni caso al di là della scelta che si farà a livello italiano, come detto, ci sarà da vincere la concorrenza delle altre nazioni europee, per le quali (come per il caso delle diverse realtà del nostro Paese) l’investimento farebbe particolarmente gola. Di questo argomento si parla nel dibattito pubblico brindisino già da qualche settimana, quando in seguito alla rivelazione delle intenzioni di Intel ci fu una levata di scudi da parte delle diverse istituzioni locali perché consideravano la città, e soprattutto la sua area industriale, come una di quelle che potrebbe essere maggiormente indicata per ospitare le nuove attività del colosso informatico. Il progetto promosso dall’azienda, in particolare, era descritto come «due moduli, per un investimento da 20 miliardi di dollari, circa 5mila addetti impiegati per la costruzione e circa 3mila a regime (di cui gran parte di elevato livello di specializzazione) escluso l’indotto».

I criteri richiesti

Le dimensioni richieste, tra i 400 ed i 600 ettari, privilegiando le aree che, geograficamente, presentino caratteristiche specifiche, come quella di essere in pianura, in una zona senza particolare impatto sismico e ben collegata dal punto di vista infrastrutturale (ferrovie, porto, aeroporto, strade). Una descrizione che per le istituzioni locali ha fatto pensare subito all’area industriale di Brindisi, ferme restando alcune criticità come quella delle bonifiche (visto che ricade all’interno dell’area del Sito di interesse nazionale); a cui si potrebbero aggiungere anche altre soluzioni da destinare per l’investimento, attraverso un’apposita variante urbanistica. Più in generale, il tema dell’attrazione di nuovi investimenti per il territorio si è fatto maggiormente pressante dopo l’avvio del processo di decarbonizzazione e delle ricadute occupazionali che porterebbe con sé il phase out dai combustibili fossili, avendo questi ultimi rappresentato uno degli elementi principali della vocazione industriale del territorio.

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