Aria inquinata e poche aree verdi a Brindisi: così si potrebbero "salvare" fino a 115 vite ogni anno

Aria inquinata e poche aree verdi a Brindisi: così si potrebbero "salvare" fino a 115 vite ogni anno
di Alessandro CELLINI
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Domenica 10 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 22:45

Quanto migliorerebbe la qualità della vita in una città con livelli di inquinamento più bassi e aree verdi più grandi e diffuse? Più di quanto non si creda, stando ai risultati di un progetto di ricerca sviluppato dall’Institute for Global Health di Barcellona, che ha preso in esame i dati di quasi mille città europee per valutare il rischio di uno stile di vita in contesti inquinati. Rischio che non risparmia Brindisi, anzi: fa impressione il numero delle vite che si potrebbero salvare se solo si adottassero le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità.

Lo studio sull'aria

È questo il focus dello studio: valutare, sulla base di una serie di criteri, quanti decessi si possono evitare con un livello di inquinamento più basso o con l’istituzione di aree verdi nelle città. Nel primo caso, vengono presi in esame due indicatori: la concentrazione di Pm2.5 e di biossido di azoto nell’aria. Brindisi non se la passa bene, è al 184esimo posto su 858 città: più si sale in graduatoria, e peggiore è la situazione. Va meglio per il biossido di azoto, composto originato principalmente dal traffico veicolare: 524esimo posto. «La classifica sull’inquinamento atmosferico - si legge nel report - è basata su un punteggio calcolato usando un algoritmo che prende in considerazione i tassi di mortalità, la percentuale di mortalità evitabile e gli anni di vita persi a causa di ciascun inquinante». Sulla base di questi dati, e prendendo in considerazione la concentrazione di Pm2.5, nel Brindisino si potrebbero salvare 31 vite umane se si seguissero le guide linea dell’Oms e ben 63 se si limitassero le emissioni a quelle rilevate nella città più virtuosa dello studio. Allo stesso modo, altre 27 persone potrebbero sopravvivere ogni anno limitando la concentrazione di biossido di azoto nell’aria. «A causa della sua capacità di penetrare nel flusso sanguigno e provocare infiammazioni, l’inquinamento atmosferico può potenzialmente danneggiare ogni organo. Ci sono prove - scrivono gli autori dello studio - che collegano l’inquinamento a problemi respiratori, malattie cardiache, cancro, demenza, problemi di fertilità e funzioni cognitive ridotte».

Facile immaginare, dunque, perché una riduzione dell’inquinamento potrebbe portare a una diminuzione delle morti.

Le aree verdi

Sul fronte degli spazi verdi va leggermente meglio, sebbene anche qui tanto ci sarebbe da fare per assicurare una qualità della vita più salutare ai cittadini. Due gli indicatori presi in considerazione: l’indice di vegetazione, che misura quanto “verde” è un’area, e la presenza di aree verdi, intese come parchi pubblici, piazze o giardini comuni. Nel primo caso, Brindisi è perfettamente allineata alla media prevista dalle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità. Questo non impedisce allo studio di sostenere che 18 morti si potrebbero evitare se solo si rispettassero le guide linea Oms, ovvero la presenza di almeno mezzo ettaro di verde ogni 300 metri lineari nelle aree residenziali. Per quanto riguarda i parchi, a Brindisi coprono il 52 per cento della superficie: un dato che può migliorare, se è vero che prendendo decisioni più virtuose, le amministrazioni locali potrebbero risparmiare la vita a 7 residenti ogni anno. Come incide la presenza di aree verdi sulla qualità della vita e sulla salute delle persone? «Gli ambienti naturali all’aperto, aree verdi comprese - si legge ancora nel progetto - giocano un ruolo importante nella salvaguardia della salute e il benessere della popolazione nelle città, e forniscono benefici ecologici, al di là dei vantaggi ricreazionali, sociali e culturali. Diversi studi hanno associato la presenza di spazi verdi con effetti benefici sulla salute, tra cui un miglioramento del riposo, del benesserre percepito e della salute mendale, una riduzione delle malattie cardiovascolari e una diminuzione della mortalità per cause naturali». A livello globale, nella top ten delle città con più decessi evitabili ci sono ben quattro città italiane: Brescia, Bergamo, Vicenza e Saronno.

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