E proprio sulla possibile cessione interviene in queste ore la segretaria provinciale della Cgil di Brindisi Michela Almiento, la quale sottolinea che «ciò che sta accadendo ci preoccupa e merita l’attenzione da parte di tutti i livelli istituzionali e di tutti i parlamentari della nostra provincia». La segretaria Cgil ricorda che più volte il management aziendale avrebbe tranquillizzato sindacati e lavoratori sul fatto che lo stabilimento di Brindisi non correva rischi di chiusura quando non c’era traccia di investimenti per la trasformazione di processo e di prodotto a Brindisi nell’ultimo piano industriale, ma solo per la fermata dovuta per la manutenzione».
Una mancanza di investimenti che, tuttavia, i sindacati non pensavano potesse significare «che tutto ciò che in Italia rappresenta investimento nella chimica verde avrebbe subito lo stop forzato che si sta verificando alla luce delle operazioni finanziarie che il gruppo sta per compiere». Per questo, per la segretaria Cgil, è opportuno che durante l’assemblea di questa mattina «venga fuori una richiesta precisa da indirizzare a governo e parlamentari per capire cosa significhi per Brindisi, come per tutti i siti di Eni in Italia che sono in agitazione e con cui si sta preparando la mobilitazione nazionale del 5 dicembre prossimo, la vendita a Fondi esteri di parte di Versalis».
Insomma, i sindacati chiedono che il governo faccia chiarezza sul futuro industriale della chimica italiana. «Si faccia chiarezza - incalza la Almiento - su cosa può accadere nel petrolchimico di Brindisi, dove il destino industriale di Eni Versalis è strettamente integrato con Eni Power e con altri insediamenti industriali come quello di Basell e delle società operanti per le attività di servizi e logistica, Bsg, Chemgas e di tutte le aziende dell’indotto. Si faccia chiarezza sul destino di Eni Syndial e sulle bonifiche dell’area Sin, visto che Eni non ha mai aderito all’accordo di programma né transato economicamente con il Ministero dell’ambiente».
Questioni che la Cgil ritiene tutt’altro che di poco conto per lo sviluppo e l’occupazione sul territorio provinciale, che avrebbe raggiunto in questi giorni il record negativo del 31 per cento di disoccupazione. «Considero ormai urgente - conclude la Almiento - prendersi cura di un territorio quale il nostro che tanto ha dato al Paese in termini di produzione, con un raccordo vero a livello interistituzionale, per discutere di sviluppo, innovazione e di certezze in termini di investimenti industriali. L’appello è che si parli di noi anche con noi avendo come obiettivo comune il bene di Brindisi e della sua gente».