Dopo oltre 32 anni dalla morte il Ministero degli Interni ha decretato la mesagnese Marcella Di Levrano “Vittima innocente della criminalità organizzata”. Il cadavere martoriato della ragazza, con il volto sfigurato e reso del tutto irriconoscibile dai colpi infertile con un grosso masso, fu rinvenuto il 5 aprile del 1990 nel bosco Lucci in agro di Brindisi, ma territorialmente a pochi chilometri da Mesagne.
La storia
Ci son voluti più di trentadue anni per questo riconoscimento dovuto esclusivamente alla perseverante e ferrea determinazione di una mamma tenace, chilometri e chilometri macinati per tutto lo stivale per portare con tanto orgoglio e smisurata dignità, nelle scuole, nelle carceri, nelle parrocchie, fra i ragazzi di “Libera” e di altre associazioni, la storia e la memoria del barbaro assassinio di una figlia non ancora 26enne da parte della Sacra corona unita. Più di trentadue anni durante i quali, Marisa, la mamma di Marcella Di Levrano, non si è mai arresa, neanche di fronte ai non pochi pregiudizi che le venivano sbattuti in faccia e dopo che ben due volte chi doveva decidere aveva opposto il proprio rifiuto al riconoscimento di Marcella vittima innocente di mafia.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout