Furti di farmaci al Perrino, in 23 a rischio processo

Furti di farmaci al Perrino, in 23 a rischio processo
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Venerdì 2 Dicembre 2016, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 16:47
Dieci richieste di rinvio a giudizio, tredici chiusure indagini, tre patteggiamenti. È giunta a una svolta l’inchiesta su un giro di farmaci rubati all’ospedale Perrino nell’ambito della quale furono eseguite dieci ordinanze di custodia cautelare lo scoro 17 ottobre. Il pm Valeria Farina Valaori, ha chiesto il processo per Massimilaino Bataccia, Damiano Bissante, Olivier Cannalire, Cosimo De Tommasi, Attilio Ferulli, Sergio Gianfrate, Michelangelo Lombardi, Ignazio Menga, Saverio Pollio e Santo Schiena. Ha firmato un avviso di fine indagine per Giovanna Peluso, Emiliano Licciuli, Daniela Aurora Caramia, Rosanna Del Vecchio, Anna Lucia Balestra, Maria Lucia De Biasi, Pasqualina D’Alessio, Alessandra Maria Anna Semeraro, Maria Giovanna Semeraro, Raffaele Toma, Maria Antonietta Santoro, Luca Greco e Antonietta Stasi. E’ stata invece proposta al gip l’archiviazione per tutte le altre persone che figuravano nell’elenco dei 46 indagati a carico dei quali erano state eseguite perquisizioni. Si tratta delle posizioni meno gravi, di coloro i quali erano stati trovati in possesso di singole confezioni di medicinali o presidi sanitari. Acquirenti, accusati di ricettazione, che l’accusa ritiene coinvolti con ruolo marginale tanto da poter chiudere la pratica non per insussistenza ma per tenuità del fatto contestato.
 
I carabinieri del Nas di Taranto, su delega della procura, hanno indagato su continue sparizioni di farmaci. Ma anche di pannolini, amuchina, guanti e rotoli di carta. E’ dal 2014, secondo quanto accertato, che nei depositi dell’ospedale Perrino di Brindisi, si registravano continui ammanchi di materiale sanitario. La denuncia è stata formalizzata dalla Asl lo scorso febbraio e nel corso delle indagini sono anche spuntati fuori i “furbetti” del cartellino, personale ausiliario che si assentava dal lavoro quasi sempre immediatamente dopo i furti. Molto probabilmente, ritiene quindi l’accusa, per occuparsi delle consegne di materiale. Con il provvedimento cautelare firmato dal gip Stefania De Angelis si disponevano per sette persone gli arresti domiciliari, per due in carcere e per uno l’obbligo di dimora. Quasi tutti lavoratori della società in house in cui sono transitati tempo addietro i dipendenti di una appaltatrice con ruolo di portantini e incarico di trasportare farmaci e presidi nei reparti. L’inchiesta è stata eseguita tramite microcamere nascoste all’interno del nosocomio e intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno documentato il sistematico approvvigionamento di prodotti farmaceutici poi consegnati a domicilio da un ambulante di frutta e verdura e dai suoi famigliari. A quanto stimato il danno provocato alla Asl, il cui direttore generale Giuseppe Pasqualone ha formulato denuncia, sarebbe quantificabile in circa 100mila euro nel periodo d’inchiesta, 40mila soltanto negli ultimi tre mesi. 

Tra la merce rubata anche sedie, materassi e presidi sanitari di diverso tipo, tutti destinati ai reparti e da trasportare negli stessi attraverso dei “roller” che risultavano puntualmente sigillati. E finiti anche in ambulatori medici e in un bar ristorante. 
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Giuseppe Guastella, Danilo Di Serio, Vito Epifani, Gianvito Lillo, Marcello Zizzi, Domenico Attanasi, Carmelo Molfetta, Daniela D’Amuri, Livio Di Noi, Paolo D’Amico. 
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