Presunta truffa con sgravi fiscali: cade l'accusa per 14 imprenditori edili

Presunta truffa con sgravi fiscali: cade l'accusa per 14 imprenditori edili
di Michele IURLARO
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Giovedì 10 Febbraio 2022, 19:58 - Ultimo aggiornamento: 21:10

Erano finiti davanti a un giudice nell’ambito di un processo penale perché stati accusati di aver frodato lo Stato in concorso con la loro commercialista, lei sì condannata in primo grado e in attesa di appello. 
Secondo l’accusa, era la primavera del 2017, la commercialista indagata aveva fatto ottenere alle aziende dei suoi clienti sgravi fiscali per un importo complessivo che si avvicinava ai 2 milioni di euro. La professionista era stata arrestata in regime di domiciliari con ordinanza emessa dal gip della Procura di Brindisi a margine delle indagini operate dai militari del comando della Guardia di Finanza della Città degli Imperiali. 


L’inchiesta

La presunta frode prendeva in esame il triennio 2014 – 2016 e, appunto, affondava le sue basi sul lavoro della professionista, incaricata dagli imprenditori di seguire la gestione fiscale delle aziende, tutte operanti nel settore dell’edilizia e con sede legale a Francavilla. Secondo quanto postulato dal pubblico ministero titolare del fascicolo Valeria Farina Valaori e dai militari al comando del capitano Marcello Putignano, la commercialista, in tutti i casi contestati, aveva appunto procurato un ingiusto vantaggio fiscale ai suoi clienti grazie ad una sorta di “errore” nel pagamento dei contributi dovuti allo Stato.
E non si parlava certo di bruscolini, ma di cifre importanti che variavano, a seconda delle aziende e degli anni presi in esame, dai 51mila euro sino ad oltre 150mila euro. In totale, quasi 2 milioni di danaro indebitamente percepito sotto forma di sgravi. Eppure, le indagini della Guardia di Finanza partirono proprio dai controlli fiscali sui conti delle aziende e, quindi, sull’utilizzo in compensazione di crediti inesistenti vantati dalle imprese nei confronti dell’erario, poi “scalati” al momento del pagamento dei contributi. Lo studio della documentazione acquisita dai finanzieri aveva quindi portato alla professionista, ovvero il ragioniere incaricato della consulenza fiscale e della scrittura contabile delle aziende da cui aveva ricevuto il mandato. 
La professionista è stata condannata in rito abbreviata ed è in attesa di far valere le sue ragioni in appello. Intanto, però, gli imprenditori indagati, che avevano subito anche il sequestro di beni e conti correnti, sono stati assolti. Il giudice Barbara Nestore ha anche disposto il dissequestro dei beni.

Il pool di avvocati era composto da Domenico Attanasi, Pasquale Annicchiarico, Stefano Epicoco, Leonardo Andriulo, Francesca Conte, Cataldo Montanaro, Antonietta Rossi, Marcello Di Summa. In attesa delle motivazioni, ha prevalso la linea della difesa. Ovvero, come sostenuto sin dal primo momento, nessun dolo, nessuna cattiva fede, ma, eventualmente, solo un fatale errore commesso da altri con pesanti e lunghe conseguenze.

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