Forza Italia dice no a “Noi con Salvini”: «Noi non verremo»

Forza Italia dice no a “Noi con Salvini”: «Noi non verremo»
di Francesco RIBEZZO PICCININ
3 Minuti di Lettura
Sabato 18 Novembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 19:34
Forza Italia rompe l’assedio mosso dal fronte più radicale del centrodestra e rifiuta l’invito-provocazione lanciato da Noi con Salvini, che per il prossimo 20 novembre aveva convocato diversi partiti e movimenti, eccezion fatta per i centristi e gli ex sostenitori dell’amministrazione Carluccio. 
Una scelta che dimostra, proprio come consigliato da più parti durante l’incontro di giovedì nella sede di Forza Italia, la necessità per il partito azzurro di affrontare e risolvere prima di ogni altra cosa i problemi con quelli che sono gli altri due “petali” della coalizione a livello nazionale, ovvero Lega e Fratelli d’Italia. Proseguendo, magari parallelamente come ritengono di poter fare gli azzurri, avviare la costruzione di una alleanza ampia, che comprenda anche i moderati ma sia basata principalmente sulla convergenza dei programmi. Non tutti, però, sono d’accordo. Fratelli d’Italia, ad esempio, ritiene che debba riunirsi prima un tavolo “ristretto” con i componenti della coalizione nazionale, ovvero Lega, FdI e Forza Italia, e poi, una volta superate tutte le questioni interne, si possa provare ad allargare l’alleanza anche ad altre forze.
 
«Al di là dell’ironia professata - chiarisce il coordinatore cittadino di Forza Italia Ernestina Sicilia rispetto alla riunione convocata da Noi con Salvini - non condividiamo i modi e le esternazioni. Parleremo con loro, sia chiaro, ma non pensiamo si possano lanciare diktat. Forse si è frainteso il senso dell’incontro di ieri (giovedì per chi legge, ndr) e questa nuova convocazione, pure diversa da quelli che erano i nostri inviti, va compresa meglio quindi abbiano deciso di non aderire. È una provocazione che non raccogliamo».
Il senso del tavolo aperto alle forze più moderate come a quelle più vicine alla destra, spiega il coordinatore cittadino, «era quello di un incontro in una scatola trasparente, in cui tutti ci guardiamo in faccia, capiamo ragionamenti e obiettivi che vogliamo perseguire e se sono perseguibili insieme. Risolvere parallelamente le questioni con un gruppo o con un altro non vuol dire creare sotto-tavoli o tavoli diversificati, perché stiamo comunque ragionando in termini paritetici e con l’obiettivo di un governo di salute pubblica per la città».
L’impressione, però, è che tutta la parte più a destra della possibile coalizione non si senta particolarmente a proprio agio con centristi ed ex dell’amministrazione Carluccio. «Noi - ribatte la Sicilia - al momento preferiamo far finta di non avere capito se ci siano reali problemi di convivenza o si tratti, invece, di esuberanza o di antagonismo che si sta un po’ cavalcando. Al momento, tuttavia, non riteniamo che ci siano diversità inconciliabili». A prescindere dalle provocazioni e dalle prove di forza interne, tuttavia, per il coordinatore cittadino di Forza Italia «se loro hanno buone intenzioni, certamente recupereremo strada facendo».
Intanto, anche dal fronte centrista si respira moderato ottimismo rispetto alla possibilità di costruire davvero una coalizione ampia. Anche se non manca la consapevolezza che Forza Italia dovrà, in un modo o nell’altro, risolvere i problemi con Noi con Salvini e Fratelli d’Italia.
Intanto, però, c’è chi pensa già ai prossimi passi, come il segretario regionale del Partito Liberale Angelo Caniglia, per il quale «partiti e movimenti che accetteranno di far parte di una medesima coalizione dovranno di stilare un programma ognuno per la propria parte ed accettare di metterlo a confronto in una eventuale commissione di lavoro da individuare». Ma mettono anche in guardia: «Se dovessimo avere anche la sensazione che nei metodi nulla cambia, Noi senza alcuna privazione, sin d’ora dichiariamo di rinunciare agli apparentamenti».
Anche i Repubblicani chiedono attenzione al programma ed in particolare ad argomenti come Pug e Piano della costa, completamento del ciclo dei rifiuti, valorizzazione dei beni dismessi col federalismo demaniale, finanziamenti per attività imprenditoriali giovanili, legame tra scuola e mondo del lavoro, una “road map” per la dismissione della centrale di Cerano ed una nuova politica dell’accoglienza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA