Cala il sipario sulla stagione del Verdi di Brindisi, Miceli: «Orgogliosi del nostro teatro»

Il teatro Verdi di Brindisi Foto di Max Frigione
Il teatro Verdi di Brindisi Foto di Max Frigione
di Vincenzo MAGGIORE
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Giovedì 18 Maggio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10:01

La stagione 2022/23 del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi è una delle facce identificative di quel tanto auspicato ritorno alla normalità delle cose, alla passione che si fortifica e si amplifica in uno dei luoghi di Cultura del territorio. Una bellezza ritrovata, dunque, dopo un biennio difficile di chiusure, paure, restrizioni. Il mondo culturale ha subito un duro contraccolpo (non solo a Brindisi) che ha segnato strutture, addetti ai lavori, attori, maestranze; gli strascichi sono ancora visibili come cicatrici. Eppure, il corso naturale degli eventi sembra aver ripristinato le condizioni per un rilancio effettivo a partire dall’immediato futuro. Se si parla di numeri, l’affluenza del pubblico registrata dal Verdi complessivamente durante la stagione appena conclusa non è stata quella degli anni prepandemici, ma comunque in linea con le previsioni migliori. Di certo c’è che il ventaglio offerto dalla Fondazione che gestisce il politeama si è arricchito grazie ad una serie di nuove opportunità. Le premesse sono diventate promesse mantenute nei confronti della comunità; il Verdi si è confermato palcoscenico, ma anche fucina per riusciti esperimenti artistici, accogliente dimora per attività variegate.

Lo staff ha fatto il suo assecondando le direttive di Carmelo Grassi, sempre attento nel selezionare proposte di qualità; l’impronta artistica si è potuta avvalere anche di un nuovo protagonista, il Maestro Stefano Miceli che nelle vesti di presidente della Fondazione ha introdotto non poche novità.

Non solo, si è fatto scudo per difendere il patrimonio territoriale. Si ricorderà la polemica relativa al comico romano Enrico Brignano che a marzo scorso, durante il suo spettacolo, non fece mancare sarcasmo nel commentare architettura, golfo mistico e problemi strutturali del nostro teatro. Restando in tema di polemiche, anche l’espressione “inaspettatamente bella” di Red Canzian riferita alla città di Brindisi fece scaldare gli animi della comunità locale, ma il bassista dei Pooh è stato celere nel gettare acqua sul fuoco.

La stagione

«Abbiamo inaugurato la stagione con David Parsons – dichiara Miceli - venuto da New York con la sua compagnia di danza, il quale ha espresso entusiasmo per l’accoglienza e l’agio con cui ha potuto lavorare sul palcoscenico. A seguire, abbiamo ospitato icone autentiche della prosa italiana: Milena Vukotic, Carolina Rosi, Sergio Castellitto, Chiara Noschese, Paola Quattrini e Pino Micol, solo per citare alcuni nomi, pienamente soddisfatti e contenti anche di aver incontrato le nostre scuole fuori della scena. L’introduzione del Verdi Gala, con il tenore di fama mondiale Fabio Armiliato, ha suggellato un rapporto straordinario con il pubblico assurgendo a diventare un appuntamento annuale».
E ancora: «Altrettanto successo e favore da parte degli spettatori - sottolinea Miceli - ha riscosso il festival Verdi in Jazz, una declinazione di spettacolo da foyer che non solo ha portato a teatro un pubblico nuovo, difficilmente accostabile alle scorse stagioni, ma ha sperimentato con successo uno spazio di certa prospettiva. Sold out anche per la musica classica con la nascita dell’Orchestra del Nuovo Teatro Verdi, una fucina di giovani perfezionati e pronti alla carriera che hanno dato vita ai loro sogni e a quelli di migliaia di spettatori a Brindisi. A questo proposito, sono in contatto con il sovrintendente della Fondazione Petruzzelli di Bari per ampliare lo spettro delle produzioni che possano godere della vicinanza di un ente lirico così prestigioso. Inoltre, l’Orchestra del Nuovo Teatro Verdi ha ricevuto l’invito, che sto valutando, per una tournée di concerti sinfonici in Cina. Inoltre, la Fondazione continuerà a consolidare i rapporti anche di carattere istituzionale con il territorio e con le identità più significative per la città, dalle Nazioni Unite alla Polizia di Stato. In generale, la Fondazione e l’Amministrazione Comunale hanno trovato grande forza nella condivisione della vita e della programmazione culturale. Ho sempre trovato confronto e apertura da parte del sindaco e della struttura comunale, così come costruttivo e proattivo è stato il dialogo con le realtà che operano per conto dell’Amministrazione».

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