Festivi vietati al Pronto soccorso: fino a sette ore in attesa di un medico

Attesa al Pronto soccorso di Brindisi
Attesa al Pronto soccorso di Brindisi
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Venerdì 4 Maggio 2018, 07:46 - Ultimo aggiornamento: 12:07
Un lungo “ponte” di attesa al Pronto soccorso dell’ospedale Perrino di Brindisi, messo ancora una volta a dura prova dalle festività. La situazione ora sta lentamente tornando alla normalità, come si può evincere dai dati in tempo reale presenti in rete che restituiscono lo stato delle cose nei vari presidi aziendali, resta però ancora fermo il problema dell’“accumulo” che si verifica nel fine settimana. Tra la fine del vecchio e l’inizio del nuovo mese, però, complici anche le festività della Liberazione e della festa dei Lavoratori e una struttura in attesa di corpose modifiche per gestire al meglio gli accessi anche quando molto numerosi, gli operatori in servizio nel punto di frontiera del presidio sono stati costretti al superlavoro.
I picchi di utenti contemporaneamente presenti in ospedale, tra attese, visite e consulenze, si sono susseguiti già a partire dal 30 aprile: chi c’era, racconta di una sala d’attesa piena in ogni angolo, senza contare i pazienti già visitati e in giro per consulenze varie. Si parla di almeno 60 persone sistemate tra barelle, sedie a rotelle, panche e panchine. In queste condizioni, è facile immaginarlo, lo scorrere della fila non può che essere molto lento: molti dei codici verdi presenti nei momenti peggiori hanno dovuto aspettare fino a 7 ore prima di essere presi in carico da un medico disponibile.
Nella giornata del 2 maggio, visto che le condizioni generali non parevano voler cambiare, la direzione medica è  intervenuta in prima persona per ottimizzare gli spazi e poter ricavare qualche posto in più per le barelle, affidate agli ausiliari in servizio in altri reparti e chiamati a dar man forte ai colleghi del pronto soccorso. Questo stato delle cose dovrebbe, però, avere vita breve per due ordini di motivi, secondo quanto dichiarato in più occasioni dai vertici dell’azienda sanitaria locale: i lavori strutturali per l’ampliamento e l’ammodernamento dei locali che ospitano il punto di frontiera della struttura sarebbero in dirittura d’attivo e, contestualmente, il reclutamento delle figure professionali per completare la pianta organica procede, seppur con qualche intoppo.
Tutto sarebbe pronto, quindi, al Pronto soccorso, per la realizzazione di una seconda postazione del Triage, l’accettazione dei pazienti, e per l’ampliamento della sala d’attesa e di quella barellati. Gli operai della ditta che si è aggiudicata l’appalto, almeno fino a qualche giorno fa, stavano attendendo l’arrivo degli incaricati della Polizia, in arrivo da Bari, che dovranno spostare il punto fisso dai locali del Pronto Soccorso, dove si trova tuttora, a quelli nei pressi dell’ingresso dell’ospedale: una volta completato il trasloco, si darà il via libera all’azienda che ha in carico le opere.
Contestualmente, sarà potenziata la sicurezza con l’assunzione di nuove guardie giurate e con l’installazione di un servizio di videosorveglianza esterno, per scoraggiare una deplorevole pratica che sembra stia diffondendosi negli ultimi tempi, quella dell’aggressione al medico, all’infermiere o a ogni altro tipo di lavoratore in servizio. In questo modo, nelle intenzioni dei manager, si miglioreranno le condizioni strutturali e organizzative della sala d’attesa e della sala barellati. Anche la pianta organica dovrebbe presto raffozzarsi, con l’assunzione di altri infermieri.
Le condizioni ambientali e lavorative, quando questi interventi diverranno realtà, dovrebbero migliorare sensibilmente, con l’Asl che è impegnata nelle assunzioni, oltre che di infermieri, anche di Oss, gli operatori sociosanitari: ogni giorno, fanno sapere dall’azienda, vengono spediti centinaia di telegrammi per ricercare questo tipo di figure professinali. Così facendo, l’Asl assicura il turnover e la copertura della mobilità passiva e, se il processo dovesse completare, la pianta organica del reparto dovrebbe garantire una tenuta migliore anche nelle condizioni di stress lavorativo dovuto a un numero straordinario di accessi che, come si registra periodicamente, non è una condizione purtroppo così rara.
 
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