Famiglia intossicata dal tonno acquistato in pescheria: bambino arriva cianotico in Pronto soccorso. Scattano le indagini

Famiglia intossicata dal tonno acquistato in pescheria: bambino arriva cianotico in Pronto soccorso. Scattano le indagini
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Sabato 5 Giugno 2021, 13:24 - Ultimo aggiornamento: 23:55

Un intero nucleo familiare di Fasano, due bambini di 10 e 11 anni e i loro genitori, entrambi quarantenni, intossicato dopo aver mangiato tonno surgelato proveniente dalla Spagna e contenente un conservante a base di nitrati, comprato in una pescheria a Savelletri. Tutti hanno accusato i sintomi dell’intossicazione: cefalea, nausea e vomito. E sono stati ricoverati presso l'ospedale Perrino di Brindisi, in osservazione. A preoccupare i medici soprattutto le condizioni di uno dei due bambini, giunto cianotico al pronto soccorso. Si è sentito male 4 ore dopo aver mangiato il tonno. Così è stata disposta di urgenza una emogas analisi che ha consentito di diagnosticare una metaemoglobinemia, patologia che produce un effetto analogo a quello delle intossicazioni da ossido di carbonio. Contattato il Centro antiveleni di Pavia, è stato quindi trovato l’antidoto: Blu dimetilene. Ora il piccolo è fuori pericolo, spiega il primario di pediatria Fulvio Moramarco, che ha preso in cura i due ragazzini. Padre e madre, invece, sono stati affidati all'équipe del reparto di Medicina interna. A margine della vicenda, il Dipartimento prevenzione Asl ha avviato il protocollo di rito.

I medici hanno prelevato campioni di sangue, per approfondire le cause del malore, con una indagine genetica. Al lavoro anche gli investigatori, per accertare altre, eventuali responsabilità.

Le indagini 

I controlli da parte del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Brindisi guidata dal dottor Adriano Rotunno, unità “Igiene degli alimenti e della nutrizione”, sono partiti subito con l'obiettivo di individuare il lotto "colpevole", risultato poi essere il numero 20082117/21: è stato prodotto in Spagna il 28 maggio scorso, con scadenza il 7 giugno. Il problema è che molto del tonno finito in vari centri commerciali è già stato venduto. Solo una parte è stata già posta sotto sequestro. Ma l’allarme non è scattato solo nel Brindisino. Casi analoghi di intossicazione si sono avuti anche in Basilicata, Lazio e Veneto tanto che il ministero della Salute ha richiamato i vari lotti in cui si è riscontrata la presenza di istamina superiore ai limiti di legge.

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