Brindisi, energia dal moto ondoso: l'elaborato premiato a Valencia

Brindisi, energia dal moto ondoso: l'elaborato premiato a Valencia
di Francesco TRINCHERA
3 Minuti di Lettura
Martedì 5 Aprile 2022, 22:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 17:21

Un progetto frutto dell’imprenditoria di Brindisi con lo scopo di creare energia dal moto ondoso, vincitore di una competizione internazionale e che Legambiente vorrebbe applicato anche nell’ambito degli investimenti Enel nell’annunciato polo energetico delle rinnovabili a Cerano. 
Si tratta di Sewat, acronimo di Sustainable energy by wave trap (Energia sostenibile dalla cattura del moto ondoso) sviluppata da Geco, impresa del Brindisino che ha partecipato al “Blue deal” di Valencia, una sorta di business forum dell’energia rinnovabile generata dal mare e che si inserisce all’interno di un progetto Interreg-Med. Lo scopo è quello di promuovere ricerca ed innovazione e “trasferire le conoscenze e gli strumenti agli stakeholders privati per favorire le loro interazioni, stimolare gli investimenti e creare partnership concrete per l’attuazione di progetti inerenti alle Blue Energy”.

L'idea

Legambiente (sia la sezione brindisina che quella della Puglia) ha rivolto i complimenti per quanto è stato raggiunto, sottolineando che l’azienda in questione ha primeggiato in un contest “più di 30 aziende europee con circa 80 progetti per rispondere alle 12 sfide lanciate da varie realtà europee che si affacciano sul bacino del Mediterraneo”, nel concorso conclusivo di Blue Deal. Sewat, in particolare, è risultata vincitrice della sfida “Micromobilità sostenibile alimentata dall’energia delle onde” ma l’associazione ambientalista rivendica che già da tempo ha sostenuto questo progetto “inserendolo nel piano di rigenerazione dell’area interclusa fra Petrolchimico di Brindisi e Centrale termoelettrica Brindisi Sud”. 
Legambiente, infatti, lo ritiene come “uno degli esempi di alternativa efficace e seria all’approccio delle energie rinnovabili” e per questo si dice “orgogliosa del fatto che esistano progetti in grado di diventare realtà e vengano apprezzati a livello internazionale”. Il tutto si va a collocare in un quadro più ampio di proposte sull’area che sono state ideate con docenti e studenti di scuole medie superiori brindisine: in questo contesto ci sono “l’inserimento dell’impianto di produzione di energia elettrica e idrogeno lungo quella costa, fino a costituire anche una barriera di protezione della fragile falesia adiacente alla centrale Enel”. Il lavoro, inoltre, è considerato “assolutamente innovativo, sostenibile e declina a pieno titolo sette dei diciassette obiettivi per lo sviluppo sostenibile contemplati nell’agenda Onu 2030”. Il contesto di fondo, quello di produrre grandi quantità di energia attraverso la sfruttamento delle onde del mare ed allo stesso tempo proteggere la costa dall’erosione
“Il progetto – si ricorda ancora - è in fase avanzata di studio e sperimentazione” ed è stato validato “con prove su modello”. Lo stesso “attualmente è in fase di costruzione un prototipo per proseguire i test in condizioni reali in mare”, passaggio che dovrebbe avvenire “nelle prossime settimane”. In definitiva, Legambiente ha ribadito l’intenzione di riproporre Sewat ad Enel, proprio nell’ottica di quanto illustrato dall’azienda per la creazione di un polo delle rinnovabili. L’impianto andrebbe a collocarsi “accanto a impianti fotovoltaici con accumulo di produzione di idrogeno e di promozione dell’utilizzo dello stesso in una filiera corta all’interno di una Hydrogen Valley, creando le condizioni per realizzare in loco filiere produttive e di economia circolare ad alto valore aggiunto”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA