Dopo la lunga crisi arrivano segnali di ripresa per il commercio

Dopo la lunga crisi arrivano segnali di ripresa per il commercio
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Venerdì 4 Maggio 2018, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 16:16
Mentre i numeri dei mesi precedenti e degli scorsi anni dimostravano il perdurare di una crisi lunga e strutturale, i primi indicatori all’ultima parte del 2017 hanno fatto rinascere la speranza. Con un 2 per cento in più sulle vendite ed il recupero dei flussi di acquirenti “sottratti” dall’ultimo arrivato sul fronte dei centri commerciali, ovvero il BrinPark, i commercianti di Brindisi possono quindi ricominciare a coltivare idee di crescita. Cosa che, in effetti, stanno già facendo con gli investimenti nelle aperture straordinarie soprattutto grazie all’economia turistica.
Questo non vuol dire, tuttavia, che il settore goda di ottima salute. Gli ultimi anni di crisi, infatti, hanno pesato e non poco. Basti pensare che l’andamento del numero di imprese attive al primo trimestre nell’arco temporale 2010–2017 mette in evidenza la progressiva erosione subita dal settore del commercio al dettaglio con 383 aziende attive in meno rispetto al 2010. Nel trimestre di osservazione, ovvero il primo del 2017, il dato più recente a disposizione, le iscrizioni registrano il valore più basso (89 imprese) di tutta la serie in esame. Sul fronte chiusure, tuttavia, il valore del trimestre gennaio-marzo 2017 è il più basso degli ultimi sei anni.
In particolare, il dato più recente reso noto dalla Camera di commercio di Brindisi parla di 10.593 imprese commerciali registrate tra capoluogo e provincia alla data del 31 marzo 2017, 9.690 delle quali attive. Il saldo complessivo tra nuove iscrizioni e cessazioni d’impresa (con l’esclusione di quelle cancellate d’ufficio) fa registrare una perdita di 76 unità, determinata da 144 nuove imprese iscritte nel registro camerale di Brindisi a fronte di 220 cessazioni.
In particolare, nel settore del commercio all’ingrosso a perdere più colpi le la categoria dei prodotti alimentari, che fa registrare sei aziende in meno, mentre le restanti voci (eccetto gli intermediari del commercio) subiscono flessioni più ridotte. Sul fronte del commercio al dettagli, invece, il saldo negativo riguarda principalmente la voce “commercio di altri prodotti in esercizi specializzati ”, che ha perso 24 unità. Ne ha perse 12 invece, il settore degli articoli culturali e ricreativi mentre decrementi più contenuti riguardano il commercio ambulante ed il commercio al dettaglio in esercizi non specializzati.
Tra le cause della situazione, la concorrenza spietata dei centri commerciali e della grande distribuzione, che nell’ultimo decennio è cresciuta a dismisura in città ed anche appena fuori dai confini urbani.
Questo, naturalmente, ha creato una concorrenza durissima da reggere per i piccoli esercizi, soprattutto quelli del centro.
Qui, infatti, oltre alla concorrenza dei centri commerciali si aggiunge il problema della mobilità e del parcheggio. Un problema che, secondo molti commercianti, è stato aggravato dal nuovo Piano della sosta, oltre che dalla chiusura al traffico - che ormai risale a diversi anni fa - dei corsi principali».
Un capitolo a parte merita il Duc, il Distretto urbano del commercio, nato da poco a Brindisi e finanziato con fondi regionali. Il suo obiettivo è sviluppare l’attrattività commerciale e turistica con l’utilizzo del marketing territoriale ed in particolare la promozione delle eccellenze turistiche ed enogastronomiche, la formazione diretta per le imprese, l’organizzazione di eventi e incontri ed il sostegno alle imprese in tema di infrastrutture tecnologiche realizzando centri di analisi dei dati e servizi comuni. Per il momento il direttivo si è riunito solo tre o quattro volte per decidere sull’ammissione di nuovi soci e dell’affidamento dei servizi di assistenza tecnica e formazione.
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