Dissalatore con il “Cis Acqua”. Doppio contratto di sviluppo per Brindisi

Dissalatore con il “Cis Acqua”. Doppio contratto di sviluppo per Brindisi
di Danilo SANTORO
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Lunedì 27 Giugno 2022, 05:00

C’è una prima attesa: quella della firma di domani sul Contratto istituzionale di sviluppo Brindisi-Lecce Costa Adriatica alla presenza del ministro del Sud Mara Carfagna. Ma nello stesso territorio, anche per via di un’emergenza climatica sempre più forte, l’attenzione dalle prossime ore potrebbe spostarsi su un altro fronte: un “Cis Acqua” come è stato definito nelle scorse dallo stesso ministero per fronteggiare le gravi ripercussioni della siccità. Ed in linea con questi propositi del governo, che potrebbe destinare un miliardo di euro alle regioni meridionali tra cui la Puglia, non è escluso che possa trovare accoglimento la proposta condivisa da più parti nel Brindisino di un dissalatore per usi civili e agricoli, nel sito della centrale Enel “Federico II”, destinata allo smantellamento entro il 2025.

Il piano

«L’emergenza idrica non ci coglie impreparati: sono sei mesi che lavoriamo, con tutte le Regioni e diversi ministeri, a un piano acqua che sostenga l’intera filiera, dagli invasi agli acquedotti alle utenze finali. Il piano sarà gestito con un Contratto Istituzionale di Sviluppo sul quale abbiamo avuto già positivi riscontri dagli enti territoriali: l’investimento iniziale previsto è consistente, un miliardo a valere sul ciclo 2021-2027 del Fondo di Sviluppo e Coesione, ma potrebbe essere incrementato ancora». 
Così il ministro per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna rende pubblico il progetto di un Cis Acqua che potrebbe essere formalmente avviato nel mese di luglio dopo un lavoro preparatorio svolto negli ultimi sei mesi. «L’emergenza idrica è stata una delle mie priorità di azione fin dall’insediamento - prosegue il ministro - e cominciamo a cogliere i risultati dell’azione avviata: ho voluto con forza focalizzare sugli interventi idrici il primo programma di solidarietà europea dopo la pandemia, il React Eu. E pochi giorni fa, con la definizione della graduatoria dei progetti, è partito un intervento di ammodernamento e ristrutturazione delle reti idriche della Campania, Puglia, Sicilia e Basilicata per 482 milioni. Ma il problema degli invasi o degli acquedotti-colabrodo non è solo meridionale: anche per questo abbiamo cominciato a istruire un Cis Acqua di portata nazionale, che restituirà a centinaia di migliaia di cittadini, agricoltori e imprese la certezza sull’erogazione anche in periodi di siccità come questo».
Una prima base di partenza, che non è escluso potrebbe essere già chiarita nell’incontro in Prefettura a Brindisi per la ratifica dell’altro Cis. I cambiamenti climatici, con la siccità che ormai sta diventando un elemento costante da fronteggiare, impongono anche nei singoli territori scelte per attenuare questo problema. Nell’Alto Salento da giorni si discute della possibilità di realizzare un dissalatore in grado di assicurare l’acqua sicuramente ai fini agricoli inizialmente, per poi calibrare con il tempo ulteriori forme di utilizzo. Al momento si è solo nella fase di input di un progetto di vasta portata su cui dovrà esserci una convergenza ampia istituzionale, anche in accordo eventualmente con il gruppo Enel, e per il quale necessiterebbero somme ingenti. 
Da qui la possibilità anche di valutare se il futuro “Cis Acqua” possa essere lo strumento finanziario per dar vita ad un dissalatore a largo di Brindisi. Intanto c’è un futuro a breve termine più certo, ed è relativo al Cis che domani vedrà la firma ufficiale tra i 20 comuni che rientrano nel progetto: amministrazioni delle province di Brindisi e Lecce con affaccio sulla costa. Per loro circa 185 milioni di euro, destinati ad interventi di riqualificazione ai fini turistici e servizi anche sul litorale. Per la sola città di Brindisi ci saranno quasi 55 milioni di euro. Intanto nello stesso capoluogo brindisino l’incontro di domani sarà preceduto da un consiglio comunale monotematico questo pomeriggio per approvare una delibera con cui si dà mandato al sindaco Riccardo Rossi di apporre la firma sul contratto istituzionale.

Al momento da altre amministrazioni non sono giunte le stesse indicazioni. 

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