D'Attis: «Le decisioni importanti si devono discutere»

D'Attis: «Le decisioni importanti si devono discutere»
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Mercoledì 25 Gennaio 2017, 17:51
Si difende dall’accusa di essere stato la causa delle mancate dimissioni dei consiglieri di opposizione il capogruppo di Forza Italia Mauro D’Attis, il quale si dice ancora disposto a firmare per mandare a casa nel tempo più breve possibile l’amministrazione. Perfino andando a votare subito e non, come pure preferirebbe, nel 2018.
Cosa è successo? Perché è saltata la firma delle dimissioni?
«Stavamo discutendo dello scioglimento immediato del consiglio comunale, tant’è che avevo dato il mio passaporto al notaio per la firma. Mentre si discuteva, si sono scaldati gli animi di altri consiglieri, che non c’entravano con la mia decisione. E Luperti, che non ha gradito quel confronto acceso, si è alzato e se n’è andato mentre io sono rimasto fino alla fine».
Più di qualcuno, però, dà la colpa a lei, perché?
«Non so perché. L’unica mia colpa è avere introdotto un argomento di discussione ma mai ho messo in discussione la mia firma. La mia colpa qual è? Avere avuto una discussione con persone che sono classe dirigente della città? Diciassette consiglieri non possono discutere della situazione economica e sociale prima di sciogliere il Consiglio? Che c’è di strano? Fermo restando che tutti concordiamo sul fatto che l’amministrazione Carluccio abbia fallito e debba andare a casa».
Perché i social se la prendono con lei?
«Per le dichiarazioni di Marino e di Alparone. Devo dire che mi dispiace per come hanno rappresentato la cosa, perché non è affatto vero che io abbia introdotto quella discussione per non firmare. Questo mi dà molto fastidio e non è da persone che hanno il senso civico e delle istituzioni, perché il senso civico dice che di fronte a scelte tanto importanti, ci deve essere un dibattito».
Perché sarebbe meglio votare nel 2018?
«Io ho auspicato che questo accadesse per dare possibilità alla città di organizzarsi al meglio, dal punto di vista della selezione della classe dirigente, per dare la possibilità a movimenti, associazioni, gruppi di persone, alla gente che vuole dare un contributo di avere più tempo per approcciarsi ad un tema come la campagna elettorale, piuttosto che bruciarsi così velocemente e mettere tutti in condizione di cercare candidature mirando solo alla quantità e non alla qualità».
Quindi, cosa accadrà?
«Domani sera (oggi per chi legge, ndr) si discuterà sulle azioni da intraprendere con i consiglieri comunali».
Ma lei è disposto comunque ad andare al voto subito?
«Sì e lo avevo già detto. Voglio che sia chiaro: io non ho detto che non firmo se non facciamo così. La riunione è saltata per altre ragioni che non riguardano me. E se sono state dette cose sbagliate sarò costretto a valutare le affermazioni. La mia posizione non è mai cambiata».
Perché la Carluccio si è dimessa, secondo lei?
«Innanzitutto per una ragione di logica: ha capito che non ha più la maggioranza. In secondo luogo, tenta di ricostruirne una nuova. E lo dice lei stessa. Gli obiettivi, dunque, sono due: anticipare dal punto di vista mediatico la mossa delle opposizioni e costruire nuovi equilibri».
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