Cocaina? L'inchiesta scuote le istituzioni. Il sindaco: «Chi è coinvolto si dimetta»

Cocaina? L'inchiesta scuote le istituzioni. Il sindaco: «Chi è coinvolto si dimetta»
di Roberta GRASSI
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Venerdì 7 Maggio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 01:36

L’ombra di una indagine legata allo spaccio di cocaina, mette in subbuglio i palazzi del potere. Il rappresentante di un’istituzione brindisina sarebbe infatti al centro di alcune intercettazioni che lo riguardano, nell’ambito di una recente inchiesta antidroga. E nella vicenda interviene il sindaco, Riccardo Rossi, che ne chiede le dimissioni, alla luce di quanto riportato sul settimanale “il 7 magazine”. 
“Leggere il giornale IL7 di oggi – è riportato nella nota - è come ricevere un pugno nello stomaco. Un rappresentante di un’istituzione ha, come riportato dalle intercettazioni di un’indagine del 2019, rapporti di contiguità con esponenti di organizzazioni criminali dedite allo spaccio di stupefacenti, al fine di acquisire dosi di cocaina per uso personale”. 
“Non discuto le scelte personali – prosegue il primo cittadino - ma quando queste implicano vicinanze e familiarità con quel mondo non si possono rappresentare le istituzioni. Auspico una riflessione sull’opportunità di proseguire con un incarico di rappresentanza del territorio, che su questo tema non può avere dubbi o incertezze. Le dimissioni sono l’unica strada per salvaguardare territorio ed istituzioni”.
L’inchiesta in questione è quella condotta dai carabinieri di Brindisi su un gruppo di presunti pusher, qualcuno dedito anche ai furti di automobili a Lecce e Brindisi. 

Le intercettazioni

Al centro Oronzo Lorenzo, operatore ecologico. Il 9 marzo scorso nove persone furono arrestate. Nell’ordinanza di custodia cautelare erano riportate alcune intercettazioni, frequenti chiamate per ricevere la cocaina, che riguardano alcuni acquirenti della Brindisi bene e anche un rappresentante delle istituzioni. 
“In ufficio sto, vieni tranquillo”, si legge. E via con gli appuntamenti: Non adesso, rientro nel pomeriggio”. “Va bene ci vediamo nel pomeriggio?”, chiede Lorenzo. “Alla villa”, dice lui. “Vieni di là e ti vieni a fare un bagno in piscina”. Il pusher però sta lavorando: “No, ma tu pomeriggio ritorni?”. “Allora, io dall’una e mezzo fino alle cinque volevo starmene in piscina e poi torno in centro”. “E ci vediamo dopo le cinque, va bene. Durante l’appuntamento per una consegna il nostro sale sull’auto dello spacciatore in corso Roma: “Devo cambiare i soldi, c’hai il resto?”. “Non lo so, compa’”, gli risponde il pusher. “Sì, a posto per me”.
Altra telefonata: “Ciao Ronzino, ti disturbo?”, “Dimmi, compare, che cazzo dici”, lo tranquillizza il pusher”. “Se stai in giro di vediamo, io sto in centro vicino all’ufficio”. 
Ovviamente il presunto acquirente di sostanza stupefacente non risponde di alcun reato, non lo è contattare uno spacciatore né procurarsi della sostanza da adoperare per uso personale. 
Le conversazioni sono servite agli inquirenti per rafforzare il quadro indiziario nei confronti degli indagati. Ma si è posta, e lo ha fatto il sindaco di Brindisi in prima persona con un comunicato, una importante questione di opportunità. 
Il punto fondamentale, citato dal sindaco, è la presunta contiguità con esponenti di organizzazioni dedide allo spaccio, senza con questo voler discutere in alcun modo fatti privati e scelte personali. 
Da qui la richiesta di lasciare l’incarico ricoperto, non specificato, a cui probabilmente giungerà una risposta da parte del diretto interessato, qualora dovesse ritenere utile intervenire nel dibattito.

Per il momento, evidentemente, ha scelto di non farlo, in attesa di ulteriori chiarimenti in merito alle indagini condotte dall’autorità giudiziaria.

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