Brindisi, tempi lunghi per la discarica. Ma strada in discesa per gli impianti di trattamento: il piano

L'impianto di biostabilizzazione, chiuso da tempo
L'impianto di biostabilizzazione, chiuso da tempo
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Domenica 24 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 21:20

Tempi relativamente brevi per gli impianti di trattamento e, al contrario, molto più lunghi per la discarica. È un futuro tra luci e ombre quello del ciclo dei rifiuti in provincia di Brindisi, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha dato il via libera alla realizzazione dell’impianto di compostaggio di Erchie. Un impianto che non sarà l’unico della provincia di Brindisi. Fin dal suo insediamento, infatti, il sindaco del capoluogo e presidente della Provincia Riccardo Rossi ha dato la propria disponibilità ad ospitare gli impianti per il trattamento delle varie frazioni della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani.

La posizione di Rossi

«Ho dato - ricorda infatti Rossi - la disponibilità a ricostruire la filiera degli impianti praticamente già a fine 2018, a pochi mesi dall’insediamento. Parliamo di un impianto di compostaggio e di uno per il trattamento ed il recupero della materia dall’indifferenziato. Sono convinto anche io che questa sia una grande responsabilità dei sindaci nei confronti del territorio, tant’è che è una delle prime cose che ho fatto. All’epoca, con Grandaliano (allora commissario di Ager, ndr) abbiamo sbloccato dei fondi ministeriali per la realizzazione dell’impianto di compostaggio e di quello per il recupero delle materie. Con Ager, tra l’altro, abbiamo un accordo per arrivare alla gestione pubblica degli impianti.

Che saranno dunque completamente pubblici, nella proprietà e nella gestione. L’agenzia regionale ha effettuato le gare per la progettazione definitiva e per quella esecutiva. Gare terminate a metà 2020. E risale alla fine dello stesso anno la richiesta dell’Autorizzazione integrata ambientale per i due impianti. Siamo, dunque, in attesa dell’Aia. Una volta completato l’iter autorizzativo, si procederà quindi alla realizzazione degli impianti. Ma su questo fronte è tutto già definito, restano solo le autorizzazioni».

La discarica chiusa

Ma Brindisi, negli anni passati, non ha perso soltanto compostaggio e biostabilizzatore, per un revamping non andato a buon fine il primo e per attività che hanno portato ad una inchiesta della magistratura il secondo. Sempre nell’ambito delle indagini sulla gestione del ciclo dei rifiuti, infatti, a causa della contaminazione delle falde sottostanti è stata prima chiusa e poi sequestrata la discarica comunale di contrada Autigno. Da anni si sta tentando di mettere in sicurezza l’area per riaprire la discarica, che ha ancora notevoli volumetrie disponibili per lo stoccaggio dei rifiuti, ma i problemi sono innumerevoli e particolarmente complessi.
«Il tema più delicato - conferma il sindaco - è quello della discarica di Autigno. Qui, infatti, risulta una contaminazione della falda. Non che si stia addebitando tutto questo a quella discarica in particolare ma questo risulta un vincolo escludente nel momento in cui c’è un impianto non autorizzato come ora è la discarica comunale. Formica invece, ad esempio, può lavorare mentre per un nuovo impianto risulta un vincolo escludente. La nostra richiesta di Autorizzazione integrata ambientale, dunque, è stata ritenuta in questo caso non accettabile proprio a causa di questo vincolo. Ad ogni modo, con la Regione stiamo lavorando fianco a fianco per provare a contemperare l’esigenza della riapertura con le necessarie salvaguardie ambientali. In questo senso, ho fatto varie riunioni a Bari e tutto è ancora in itinere. Dipenderà dalle modifiche ai vincoli sulle quali sta lavorando la Regione e che dovrebbero approdare entro fine anno in una legge regionale».

I tempi

Gli orizzonti temporali, dunque, tra impianti di trattamento e discarica, sono molto differenti. «Difficilmente - conclude infatti Rossi - la discarica potrà aprire entro due anni. Questo soprattutto per problematiche di tipo normativo a causa della situazione dei luoghi. Invece speriamo che quanto prima arrivi l’Aia per gli impianti Remat e di compostaggio e che si proceda alla loro realizzazione. Siamo comunque molto fiduciosi, perché il percorso è già stato tracciato ed è stato portato avanti già per due anni».

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