Brindisi, chi differenzia di meno pagherà una Tari più alta

Brindisi, chi differenzia di meno pagherà una Tari più alta
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Lunedì 7 Febbraio 2022, 05:00

Nonostante le difficoltà che hanno portato, in questi anni, alla costante riduzione della percentuale della raccolta differenziata, il Comune di Brindisi prova ad affrontare la questione incentivando i cittadini a differenziare i rifiuti. Ed è proprio per questo che, aderendo ad un bando sul miglioramento e la meccanicizzazione della rete di raccolta differenziata emesso dal ministero della Transizione ecologica nell’ambito dei fondi del Pnrr, l’amministrazione ha scelto di imboccare la strada che porta verso la cosiddetta Tarip, ovvero la tassa sui rifiuti puntuale. In sostanza, un modo per premiare i comportamenti virtuosi di chi differenzia correttamente i materiali riciclabili e riduce al minimo i rifiuti non riciclabili.
Obiettivo dell’avviso pubblico del ministero è sostanzialmente quello di “ridurre il numero di infrazioni europee aperte contro l’Italia e le importanti disparità regionali nei tassi di raccolta differenziata”. La misura del Pnrr alla quale fa riferimento il bando, in particolare, consentirà “di colmare i divari di gestione dei rifiuti relativi alla capacità impiantistica e agli standard qualitativi esistenti tra le diverse regioni e aree del territorio nazionale, con l’obiettivo di recuperare i ritardi per raggiungere gli attuali e nuovi obiettivi previsti dalla normativa europea e nazionale”.

La pesatura "intelligente"

A candidarsi, in questo caso, non è solo il capoluogo ma tutti i Comuni dell’Aro Br2, dunque oltre a Brindisi anche Mesagne, Cellino San Marco, San Pietro Vernotico, San Donaci e Torchiarolo. In particolare il Comune di Brindisi ha scelto tre delle proposte progettuali “tipo” studiate da Conai nell’ambito con Regione, Ager e Anci Puglia: un centro di raccolta comunale con sistema di pesatura intelligente per i singoli conferimenti da realizzare in un’area di 7mila metri quadri di proprietà dell’ente, quella relativa a “Strutture intelligenti per l’ottimizzazione della raccolta” con otto isole ecologiche intelligenti automatizzate e quella relativa ad “Applicazione Internet of things”. Quest’ultima, in particolare, consentirà dopo tanti anni di discussioni di introdurre la Tariffa puntuale con mastelli e carrellati per la differenziata dotati di tag Rfid, lettori di tag per la lettura dei conferimenti e tutto il software necessario per la gestione del sistema. Ma, come detto, Brindisi partecipa al bando con gli altri Comuni dell’Aro.

In particolare, tutti gli altri enti, ovvero Mesagne e Sandonaci (in un primo blocco) e Cellino San Marco, San Pietro Vernotico e Torschiarolo (in un secondo blocco) hanno optato, proprio come il capoluogo, per il progetto “Applicazioni Iot”, con lo scopo di attivare la tariffazione Tarip anche in questo caso grazie all’acquisto di mastelli e carrellati “smart” ed il resto della strumentazione hardware e software necessaria per avviare e gestire il nuovo sistema di gestione dei rifiuti.

Il progetto

A questo punto, dunque, il passaggio successivo prevede in vista della candidatura la redazione dello studio di fattibilità relativo alle proposte progettuali “tipo” scelte: tre per il capoluogo, una per i restanti Comuni dell’Aro Br2. E Brindisi, in questo senso, ha intenzione di “avvalersi, per la redazione degli elaborati dello studio di fattibilità tecnica ed economica (livello di progettazione che si intende candidare) della collaborazione tra il gruppo di lavoro Conai di cui in premessa e dell’ingegner Gaetano Nacci, nell’ambito dell’incarico di "waste manager per la pianificazione del ciclo dei rifiuti e servizio igiene urbana" nominato dal Comune. Una figura, quelle del “waste manager”, che ha il compito di occuparsi della gestione del ciclo dei rifiuti e del servizio di igiene urbana, al fine di massimizzare l’efficienza e ridurre i costi.

Il nodo Autigno

Ma ridurre i costi sostenuti dal Comune, e ripagati integralmente dai cittadini attraverso la Tari proprio come prevede la legge, è impensabile anche e soprattutto senza la riapertura della discarica di Autigno. La sua messa in sicurezza, a causa dello sversamento di percolato e dunque della massiccia contaminazione della falda sottostante, si è rivelata tuttavia una questione ben più complessa del previsto. Tanto che, alla fine, la gestione del sito è passata dalla Multiservizi ad una nuova società. Ma i tempi per la riapertura sembrano ancora lunghi.
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