Torna a casa la salma di Camara, il bracciante morto d'infarto: il volo acquistato con una raccolta fondi

Il presidente della comunità africana di Brindisi Drissa Kone con il fratello di Camara Fantamadi
Il presidente della comunità africana di Brindisi Drissa Kone con il fratello di Camara Fantamadi
di Lucia PEZZUTO
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Sabato 17 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 08:08

E' rientrata a casa la salma di Camara Fantamadi, il ragazzo di 27 anni morto d’infarto a Brindisi il 24 giugno dopo una giornata di lavoro nei campi. Il feretro è partito ieri mattina con un volo di linea alla volta del Mali dove ad attenderlo c’era la sua famiglia, il papà e le mamma. Ad accompagnarlo in questo ultimo viaggio il fratello ed il presidente della Comunità africana a Brindisi, Drissa Kone. Il trasferimento è stato possibile proprio grazie ad una raccolta fondi organizzata dalla Comunità africana di Brindisi. Sono stati raccolti oltre 20mila euro per il 27enne, donazioni arrivate da più parti d’Europa. Una cifra che ha superato ogni aspettativa. I soldi che resteranno dalla spesa del viaggio saranno donati alla famiglia di Camara.

Il sogno dell'Italia

Lui era venuto in Italia per lavorare e stava mettendo dei soldi da parte per poter costruire una piccola casa ai suoi genitori. E aveva già mandato qualcosa in questi mesi. “Il fratello mi ha detto che era molto felice per questo – racconta Drissa Kone – mi ha fatto sentire l’audio in cui Camara diceva di essere contento per poter aiutare i suoi genitori. Stava lavorando per questo. Speriamo ora di poter dare noi l’aiuto che lui non potrà più dare”.

La tragedia

Camara è morto lo scorso 24 giugno per un malore dopo aver zappato la terra per quattro ore sotto il sole. Il giovane bracciante, originario del Mali con regolare permesso di soggiorno, era stato assunto con una paga di 6 euro l’ora per lavorare nelle campagne brindisine. Ma quel giorno il sole picchiava, la colonnina di mercurio intorno a mezzogiorno segnava 40 gradi, il 27enne era stremato tanto che un suo connazionale, anche lui a lavoro sui campi, gli aveva consigliato di tornare a casa. Camara Fantamadi così si era versato un po’ di acqua in testa e in sella alla sua bici aveva cominciato a percorrere la strada verso Tuturano per raggiungere l’abitazione che da tre giorni condivideva con il fratello. Ma a casa Camara non è mai arrivato.

Quella strada ancora rovente alle 17 era stata il suo letto di morte. Si era fermato sulla provinciale 43 all’altezza di un muretto si era accasciato a terra. Un automobilista di passaggio si era fermato per prestare soccorso, aveva allertato il 118 ma all’arrivo dei sanitari per il giovane non c’era più nulla da fare. Camara era deceduto così dopo una giornata di lavoro, stremato sotto il sole, per 24 euro. Sul posto era intervenuta la Polizia Locale di Brindisi e i Carabinieri. Ma visto che la causa della morte era chiara il magistrato di turno aveva disposto subito la restituzione della salma alla famiglia.

La colletta

Per settimane la salma di Camara è rimasta nel cimitero di Tuturano, il fratello in difficoltà economica non sapeva come riportarla in Mali. Ma la generosità della gente è stata grande, è bastato l’appello del presidente della Comunità africana a Brindisi, Drissa Kone, a smuovere le coscienze e in poco tempo sono stati raccolti oltre 20mila euro. Tanti soldi, molti di più di quanti ne sarebbero serviti per il viaggio. A questo punto la Comunità africana, pagato il volo, ha deciso di donare la somma residua alla famiglia del giovane sfortunato. 
Ora sulla morte di Camara la Procura di Brindisi ha aperto un’inchiesta, non c’è nessuno iscritto nel registro degli indagati. Ma subito dopo la tragedia il presidente Emiliano ha emesso l’ordinanza che vieta il lavoro nei campi dalle 12,30 alle 16 nelle giornate a rischio

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