Tragico volo giù dal parapetto del Monumento: «Basta serve una ringhiera di protezione»

Il luogo dell'incidente al Monumento al Marinaio
Il luogo dell'incidente al Monumento al Marinaio
di Salvatore MORELLI
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Giovedì 21 Aprile 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:27

Si trova ricoverato in gravi condizioni nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Perrino di Brindisi il 30enne brindisino che martedì scorso è rimasto vittima di un incidente mentre, intorno alle 15, si trovava nel piazzale del Monumento al marinaio, al quartiere Casale: il giovane, dopo essere arrivato nei pressi del muraglione ha improvvisamente perso l’equilibrio cadendo nel vuoto sottostante, lungo i giardini che si affacciano sul Seno di Levante.

L'incidente

Un tragico volo di almeno 15 metri che ha visto ferirlo gravemente agli arti con fratture che ora vengono valutate dai medici, non escludendo eventuali interventi che potrebbero essere eseguiti nel corso della degenza. Quanto accaduto è ora nelle mani della polizia per le indagini che riguardano il caso. A quanto pare, il trentenne si trovava da solo quando è avvenuto l’incidente. Un episodio che ancora una volta (dopo altri altri incidenti simili, ma anche drammatici che si sono vissuti da quelle parti negli ultimi anni) ha sconvolto non poco le persone presenti sul posto l’altro giorno, ma anche la comunità brindisina. Dopotutto, il Monumento al marinaio, con il suo “Timone” (alto poco più di 50 metri) è uno dei posti più visitati e frequentati della città. L’intera struttura superiore, dove inoltre è presente un parco giochi, è meta di tantissimi giovani che si riuniscono e usano come sedile proprio quei parapetti a ridosso di quei muraglioni (dove nelle vicinanze ci sono anche della panchine) che si affacciano su un angolo del porto e della città che spazia in largo modo dalle Colonne fino al Castello Svevo. Uno scorcio bellissimo che, forse (proprio in merito a quanto nuovamente accaduto l’altro giorno), avrebbe bisogno di essere “rivisto” e modificato con strutture anticaduta, come tornano a sollecitare residenti e operatori commerciali della zona–: «Basta tragedie. Serve una ringhiera», è l’appello alle istituzioni. 
Un tema già affrontato sulla parte superiore del “Timone” dopo i due incidenti mortali avvenuti il 21 novembre dello scorso anno e il 25 agosto del 2015. Sulla sommità è stata infatti posta un’inferriata di protezione che (nel caso dell’ultimo incidente) è servita anche a poco. Diversi anni fa, per evitare di finire nelle acque del porto, il piazzale sulla destra del Monumento (dove è presente l’unico affaccio sul mare sottostante) è stato fornito di una cancellata per evitare qualche disgrazia. In materia, anche perché si tratta di un luogo storico, non mancano nel nostro Paese progetti che riguardano sistemi di sicurezza di “edilizia storica” che si occupano della fornitura e posa in opera (con punti di ancoraggio) di strutture anticaduta (come reti), nascoste il più possibile alla vista e senza alcun impatto ambientale. Interventi, quelli che necessitano di misure preventive e protettive negli edifici storici, che riguardano per quanto possibile l’aspetto che non deve essere modificato o deturpato in base a un Codice dei beni culturali e del paesaggio. Il nuovo episodio farà scattare qualche idea di prevenzione a Palazzo di città? Chissà. Intanto, è passato solo poco più di un anno dall’ultimo incidente avvenuto sempre nell’area dei muraglioni: il 4 febbraio altri momenti di paura erano stati vissuti da per un 75enne che era precipitato nel vuoto da un parapetto che si affaccia su via Tito Minniti. Il pensionato aveva anche lui perso improvvisamente l’equilibrio mentre cercava di recuperare (a quanto pare a causa di un capogiro) un cappellino di lana, finendo giù. 
Per fortuna, quel “volo” era stato rallentato da alcuni arbusti che in quel tratto dell’area storica sul porto costeggiano il muraglione, attuandone il colpo.

Diverso il caso di un brindisino che era “volato” di sotto dopo una lite con alcune persone. Anche lui, salvo per vero miracolo.

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