Paura a Brindisi, nuovo allarme bomba: evacuata l'Agenzia delle Entrate

Paura a Brindisi, nuovo allarme bomba: evacuata l'Agenzia delle Entrate
di Salvatore MORELLI
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Lunedì 16 Dicembre 2019, 22:21 - Ultimo aggiornamento: 17 Dicembre, 09:52
Dalla bomba vera, quella a marca inglese della Seconda guerra mondiale che per oltre un mese ha lasciato con il fiato sospeso la città di Brindisi, a quella finta che ieri mattina alle ore 8.30 (in seguito a una telefonata anonima giunta al centralino della Questura poco prima) ha costretto all’immediata evacuazione i dipendenti dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, ex “Equitalia”, situata in via Santa Lucia, a pochi passi dai corsi principali.

Non solo, perché tale rischio si è allargato fino al vicino supermercato “Eurospin” di piazza Anime, rimasto chiuso fino a quando non è finito il sopralluogo degli artificieri. Così, in pochi istanti, la zona a pochi passi dall’incrocio con Corso Roma, Corso Umberto I e Corso Garibaldi è stata interdetta al transito e controllata da vigili del fuoco, polizia di Stato, polizia locale e Guardia di finanza. Destando non poca curiosità in quell’angolo del centro cittadino.



Dopo un’accurata ispezione degli esperti, si è infine appurato che l’allarme era del tutto infondato: il “pacco bomba” esisteva infatti solo nella mente di chi ha provocato ancora una volta momenti di tensione. Tant’è che poco prima delle 10 la situazione è infine tornata alla normalità all’interno dell’Agenzia delle Entrate Riscossione e del supermercato “Eurospin”.

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Si è quindi trattato dell’ennesima e triste telefonata di un “burlone” (che a detta degli investigatori potrebbe non escludere la mano di un mitomane) che per qualche ora ha impegnato diversi addetti delle forze dell’ordine e costretto a non lavorare molte persone. Purtroppo si tratta del terzo caso che avviene in città nel giro di due mesi. Anche se nelle mani dei carabinieri è finito il 9 novembre scorso un 42enne di Carovigno, denunciato per procurato allarme dopo quanto accaduto il 28 ottobre in viale Porta Pia, al quartiere Santa Chiara. Qui (dopo i due analoghi casi che avevano coinvolto in breve tempo le Poste di Carovigno, imputabili sempre al 42enne) poliziotti e carabinieri arrivarono in mattinata sul posto a causa di un altro falso “allarme bomba”. Quella volta, come indicava la solita telefonata anonima, arrivata al centralino del 112, il presunto ordigno era stato collocato in un box auto condominiale.
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