Brindisi, bandi per i servizi sociali: «Il Comune favorisce una coop». E il caso finisce in Procura

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Mercoledì 10 Agosto 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:57

Il Comune di Brindisi avrebbe favorito la cooperativa Solidarietà e Rinnovamento, concedendo proroghe non dovute, pagando i servizi più del normale e consentendo illegittimità gestionali. A sostenerlo è l’ex presidente del consiglio comunale e amministratore della cooperativa sociale Ferrante Aporti Giampiero Pennetta, che scrive non solo ai due Comuni dell’Consorzio per i servizi sociali (Brindisi e San Vito dei Normanni) ma anche alla Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione sulla cui piattaforma sono state bandite le gare per i servizi in scadenza; all’Autorità nazionale anti corruzione; ed alla Procura della Repubblica.

La denuncia

La prima contestazione mossa da Pennetta è quella relativa alla proroga dei termini per la presentazione delle offerte dal 28 luglio al 16 agosto. “Non è concepibile - scrive infatti - che con una semplice lettera dell’avvocato Corbascio, protocollata al Comune di Brindisi e di San Vito dei Normanni, in nome e per conto della cooperativa Solidarietà e Rinnovamento, si possa produrre il rinvio della gara in oggetto, tenuto conto che altre cooperative, compresa la scrivente cooperativa Ferrante Aporti, siano riuscite a partecipare alla stessa”. Mentre, in sostanza, Solidarietà e Rinnovamento non riuscendo a partecipare avrebbe sostenuto la presenza di problemi tecnici nella piattaforma del Mepa, il mercato elettronico della pubblica amministrazione.
“Il Comune di Brindisi - prosegue Pennetta - il giorno 28 luglio ha ricevuto la missiva dell’avvocato Corbascio, il giorno stesso, con incredibile ed inusuale tempestività e solerzia, è riuscito nel giro di poche ore a spostare i termini di scadenza”. All’amministratore della coop Ferrante Aporti sembra “per lo meno discriminatorio (per non andare oltre, come merita questo episodio disdicevole) nei confronti di quante cooperative entro il termine previsto hanno ottemperato a tutti gli adempimenti e siano riuscite a portare a termine con successo l’invio”.
Per questo, e non solo, l’ex presidente del consiglio comunale ritiene “che si sia voluto favorire la coop Solidarietà e Rinnovamento, tutelata da sempre, che attraverso una semplice comunicazione di propria impossibilità tecnica abbia ottenuto una proroga che le consentisse di portare a termine la procedura”.

Le altre accuse

Ma questo, per l’amministratore della Ferrante Aporti, non è l’unico esempio di questo comportamento. “Tra le varie tutele - sostiene infatti - di cui la coop Solidarietà e Rinnovamento ha goduto possiamo annoverare l’inserimento in organico del Centro antiviolenza di personale maschile, in perfetto contrasto con quanto indicato dalla conferenza Stato-Regioni e dal regolamento regionale numero 4 del 2007”.
Non solo. “Inserimento in organico - prosegue Pennetta - di figure professionali non previste per il Centro antiviolenza: sempre l’articolo 107 su riportato non indica la figura del sociologo”. E ancora “livelli di inquadramento dirigenziale non coerente con le mansioni e con il contratto collettivo nazionale del lavoro delle cooperative sociali. Questo stesso personale inserito nel presente bando viene riportato come platea storica”.
Infine, la questione dei costi. “Giova ricordare - denuncia in questo caso l’amministratore della Ferrante Aporti - che per la gestione di un centro antiviolenza, gestito con il corretto personale e turnazione, è più che sufficiente un buddget di 100mila euro, così come avviene per tante altre realtà presenti nel territorio pugliese (Taranto, Foggia, Ambito territoriale dauno), non dimenticando, inoltre, che sul Comune di Brindisi sussistono ben tre centri antiviolenza.

Questo servizio, gestito dalla stessa cooperativa per circa un ventennio, ha comportato un esborso per il Comune di Brindisi di alcuni milioni di euro in più di quelli necessari”.

Discriminazione

Per non parlare, conclude Pennetta, “delle numerose proroghe tecniche sul servizio di cui ha goduto la coop Solidarietà e Rinnovamento negli ultimi anni. Tale pratica è in totale contrasto con la normativa vigente che prevede una unica proroga tecnica e non superiore ai sei mesi, come riporta l’Osservatorio regionale dei contratti pubblici che chiarisce la posizione dell’Anac sull’istituto della proroga tecnica”. Il Comune, in sintesi, avrebbe “adottato in tal modo un comportamento che disattende in pieno i principi comunitari di libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione e trasparenza”.

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